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UNA POESIA

UNA POESIA

Caro Papillon,
credo che il mondo si divida in due categorie: quelli a cui piace la poesia e quelli che ancora non la conoscono. Ma tu sei una farfalla e certamente di poesia te ne intendi.
Sono una del primo gruppo. Non da sempre. La poesia che mi facevano studiare a scuola, quella che dovevi imparare a memoria, per esempio, non mi piaceva. Sì, ok Montale, con i suoi milioni di scale, ok pure Ungaretti con i 160 caratteri di sonetti. “Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie”.
Certo, era un po’ debilitante da adolescente avere a che fare con uno così, anche perché io già non mi sentivo proprio sicurasicura.
Comunque, un bel giorno è successo che ho smesso di leggere poesie perché ero costretta ed ho iniziato a farlo perché sentivo che qualcosa mi tornava.
Mi tornava, proprio come quando fai le equazioni. Per qualche strano motivo leggendo quelle parole messe una dopo l’altra, sentivo che il risultato che ne derivava doveva essere giusto, non poteva esistere coincidenza migliore e nessun altro abbinamento di parole avrebbe mai potuto produrre in me quella sensazione.
E le parole mi giravano in testa per ore, per giorni. Hai presente quando ti svegli con il ritornello di una canzone? Ecco a me succedeva con alcune poesie. Quelle parole scritte avevano un suono che per me aveva senso, combaciava con qualcosa di profondo che sentivo dentro.
Come se la scrittura potesse suonare.
(“Questa è una sinestesia!” Avrebbe detto la mia professoressa di Italiano al liceo).
Ma che suono ha la poesia?
L’idea che mi sono fatta è che ognuna abbia un suono diverso, quasi come le persone; alcune non suonano, altre, invece, riproducono esattamente il battito del mio cuore.
Da cosa questo dipenda non l’ho ancora capito e forse è un bene, perché non si deve sempre capire tutto, specialmente con le poesie. O magari l’ho capito ma la spiegazione si è nascosta in un angolino, pronta a uscire fuori al momento opportuno, e non un attimo prima.
A qualcuno potrebbe venire in mente che questo suono sia solo della poesia. Ma in tutta onestà non credo che sia così. Le parole possono avere sempre un suono, e quel suono lo troviamo noi, riempiendole di significato, solo che con la poesia è più facile accorgersene, è più immediato, è come… un impulso?
Non lo so.
Ti direi che con le poesie è un caso di delicatezza maggiore. Bisogna lasciarsi andare.

Vedi, caro Papillon, mi sono dilungata nelle mie congetture, ma la verità è che tutto questo discorso mi serviva solo per rompere il ghiaccio e dirti che volevo mandarti una poesia.
È uno tra gli accordi di parole che mi ritorna più spesso in testa in questo periodo.
Il suono e il senso trovali tu, anzi voi, perché, lo sappiamo, che dietro a quel nome c’è un caleidoscopio di farfalle!

Quella sera che ho fatto l’amore
mentale con te
non sono stata prudente,
dopo un po’ mi si è gonfiata la mente
Sappi che due notti fa
con dolorose doglie
mi è nata una poesia illegittimamente
Porterà solo il mio nome
ma ha la tua aria straniera, ti somiglia
Mentre non sospetti niente di niente
sappi che ti è nata una figlia.

(Vivian Lamarque)

Ilaria Serpi

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