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MANI

MANI

Esistono innumerevoli tipi di mani. 

Mani grandi e piccole, con dita lunghe o corte. Ci sono quelle morbide e quelle con la pelle dura. Poi, ovviamente, ci sono mani che respingono e quelle che accolgono, mani che carezzano, che prendono e mani che lasciano. 

Ci sono mani che conosciamo e altre ancora sconosciute, mani che abbiamo amato e quelle che amiamo ancora. 

Possono dirci molto di una persona, se le osserviamo bene. Una calda stretta di mano, delle piccole cicatrici sulle dita, i calli sul palmo, il numero o la posizione degli anelli, il colore dello smalto oppure la semplicità o la pulizia. 

Ecco, credo che siano loro il miglior biglietto da visita di una persona, dopo gli occhi, ovviamente. 

C’è un antico detto che viaggia nel mondo. 

Narra che se qualcuno arriva alle nostre spalle e ci tocca, noi sapremo riconoscerla in base alla pressione delle sue mani sulla nostra schiena. Come a dire che il tatto diventa metafora del nostro rapporto, perché la pelle lo sente se ci vogliamo bene. 

…ma ci sono anche mani che non ti aspetti. 

Che vìolano. 

Che toccano stridendo. 

E se c’è la sensibilità di toglierle dalle orecchie, a volte, entrano storie vicine o lontane, nascoste o urlate. 

Amiche, sorelle, compagne.

…e se le togli anche dagli occhi, vedi un’altra pandemia. È assurdo quanto sia frequente. 

Entrano sottopelle, confondono, arrivano al cuore rilasciando tossine. A macchia d’olio fino ai polmoni. Prima arriva il freddo, poi il caos, poi la rabbia. Delusione e senso di colpa sembrano ballare insieme. 

Mi hanno detto che non posso fare niente”.

Spesso succede questo.

Ma qualcosa si dovrà pur fare. 

Puoi non credere a quelle mani. Lucide e violente, che vedono qualcosa di bello in te e vogliono distruggerlo. Facendoti credere che tu sia complice.

Togliere il bello da te, per diventare brutta come loro. 

Guarda bene, amore mio, le sue mani non sono come le nostre. 

Le nostre sono un ponte, quando ci sentiamo soli o siamo innamorati. 

Sono mani umane, che danno il benvenuto ad una nuova nata. 

Quindi stringila forte, quella bambina che hai dentro, quando tentano di togliertela. 

Ascoltala.

Quella ragazza che eri, trattata come un maschio mancato.

Dalle coraggio.

Quella donna che non pensavi di poter diventare.

E invece è qui.

Ma le nostre mani non sono solo uguali, sai? 

Abbiamo le stesse ossa. 

Gli stessi muscoli. 

Lo stesso sangue.

Eppure, se me le stringi tu, è diverso.

Gianluca Ambrosini

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Foto scattata da: Valentin Antonucci
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