Viaggiare leggeri
Camminare in montagna e’ un mondo particolare. Lo faccio fin da quando ero piccola. E’ una di quelle cose che impari presto e poi ti vengono naturali, te le porti dentro tutta la vita.
La particolarità non sta nel paesaggio, nella fatica o nella soddisfazione di arrivare in vetta. Secondo me la cosa più importante è che non puoi fare altro se non camminare con il tuo passo. Non c’è nessuno che ti possa regalare la sua andatura, la devi trovare tu. Si scoprono tante cose: la propria velocità, la forza delle proprie gambe, qual è la lunghezza giusta del proprio passo. Si è costretti ad essere se stessi.
Non puoi fare una valigia e portare tutta la casa con te, devi prendere l’essenziale, ciò che conta e che ti può servire e iniziare a camminare. Devi viaggiare leggero.
E’ da tanto che non andavo a camminare e a tutte queste cose non ci avevo più pensato. Ultimamente nella mia vita sono successe tante cose e questa sensazione mi è tornata in mente. Una sensazione di tanto tempo fa quando mettevo l’essenziale nello zaino di scuola e uscivo di casa senza sapere cosa avrei vissuto durante la giornata con tutta l’incoscienza di un’adolescente. Senza pensare al dopo, senza preoccuparsene. Uscire di casa senza pensare a quando sarei rientrata andando incontro alle infinite possibilità di una nuova avventura. In quelle giornate sotto sotto mi ricordavo della lunghezza del mio passo e della forza e dei limiti delle mie gambe sperimentati tante volte su pendii scoscesi. Alla fine me la sono cavata.
Poi sono cresciuta e me ne sono dimenticata. Ho pianificato il futuro (anche troppo), ho messo da parte l’incoscienza, ho portato con me tante cose, troppe cose e alla fine ho messo radici. Sono diventata adulta secondo tutti i canoni convenzionali. Con un buon lavoro, una casa, le bollette da pagare e le responsabilità. E poi sono diventata triste. Una strana tristezza opprimente che mi sembrava costante, normale. Non ero scontenta della mia vita, non c’era niente che veramente non funzionasse eppure qualcosa mi mancava. Cosa?
Li’ subentrano tante persone che ti dicono la frase che può essere l’epitaffio sulla tua lapide mentre sei ancora in vita: “Rassegnati, questa è la vita degli adulti”. E perché mai uno dovrebbe studiare come un matto, impegnarsi, correre verso un traguardo per poi scoprire che il traguardo è questo? Ma stiamo scherzando? “Ma allora perché mi sono impegnata così?”, “Per poter scegliere”, “Scegliere cosa?”, “ Il lavoro che vuoi fare, no?”
No, non mi torna proprio. Io non voglio scegliere solo il lavoro, io mi voglio scegliere la vita, l’uomo con cui stare o non stare, la casa, la Nazione, gli amici, i colleghi, il lavoro e come essere. Soprattutto io voglio scegliere come essere. Così ho riempito uno zaino con le cose essenziali. Dentro ci ho messo le persone che contano, la parte bella del mio lavoro (solo quella), la speranza di una storia d’amore e sono partita.
Viaggiare leggeri con il proprio passo, capita di inciampare ma se riprendi fiato, c’è sempre un altro panorama da scoprire.
Gioia Piazzi
Buon viaggio, allora!
E che sia te stessa, quello che di più leggero possa accompagnarti!