Metti una sera, un ballo
Metti che arrivi trafelata ad una di quelle situazioni sociali a cui non ti puoi sottrarre, una di quelle situazioni in cui bisogna essere contenti per forza, congratularsi per forza, in cui hai la sensazione che tutti portino una maschera.
Metti che tu non ci volevi andare, che è tutta la vita che ti sembra di dover assolvere a questi compiti anche se non ne capisci bene il motivo. L’unico motivo per cui ancora ti sforzi e’ che non vuoi essere deludente con le persone a cui tieni (e comunque questo è importante). Allora ti fai un’ora di macchina chiedendoti per tutto il tragitto come rimanere te stessa in una di quelle situazioni che odi tanto. Perché non sei mai stata l’anima della festa, perché magari preferisci la calma, perché parlare non ti piace e in queste situazioni diventa ancora più difficile. Hai sempre la sensazione di dire la cosa sbagliata nel momento sbagliato, di essere fuori posto.
Metti che li’ però ci sono i tuoi amici e anche se siete diversi loro sanno come prenderti. Magari mettici anche un bicchiere di vino che aiuta, magari un po’ di musica, un bel giardino.
E poi succede una cosa: senza bisogno di dirsi niente un uomo ti prende una mano e ti porta in pista. La mano e’ morbida, lui e’ elegante, ha un buon profumo. Tu gli leggi negli occhi che non vuole niente se non un bel momento con te. Niente pretese, niente doveri sociali, nessuna maschera.
Allora tu gli prendi la mano e ti butti in pista e balli come se nessuno stesse guardando o giudicando se ti muovi bene o male, se segui la musica, se urti il cameriere. Ti accorgi che lui fa la stessa cosa. Il vestito fa la ruota, la sua cravatta turbina, ti fa girare e tu fai girare lui. E ridete perché a quel punto tutto diventa più luminoso e tu ti rendi conto dell’ingessatura che ti teneva ferma prima e che tiene immobili gli altri.
Metti che tutto questo succede per caso una sera d’estate in un giardino lontano da Roma allora forse ne valeva la pena di sentirsi fuori posto, di sentirsi impacciata, di non riuscire a infilarsi la maschera. Perché allora forse si può avvicinare qualcun altro senza quella maschera e per dieci minuti si può ballare come se non esistesse altro al mondo. Come se tutti i problemi fossero oltre la siepe del giardino, come se fosse scontato che tutto il mondo debba ballare lì con voi e se non lo fa è un problema suo. Finisce che ti fermi col fiatone e scopri di sentirti il cuore più leggero anche se batte forte.
Gioia Piazzi
Che dire… ho fatto la ruota e ho ballato anche io 💕