E’ TEMPO DI SEPARAZIONI
Il caldo afoso abbraccia la città regalando quella strana sensazione di calma apparente che è tipica dell’estate. Il corpo suda, troppo, l’aria sembra ferma…corre l’obbligo di muoversi il meno possibile, fermo immagine. Sarà per questo che d’estate si può pensare molto…il corpo in modalità risparmio energetico, la mente che si diverte da matti ad andare esattamente dove tu non vorresti…E’ tempo di separazioni e quest’anno mi tocca farne di importanti.
Esco dalla mia comfort zone, 30 anni di insegnamento, centinaia di vite di adolescenti che hanno incrociato la mia, i colleghi, gli spazi, le mura conosciute, la strada che ogni giorno mi portava a scuola. Il pensiero torna all’immagine della cena di fine anno scolastico, tra patatine e coca cola sguardi sorridenti di ragazzi che emozionati mi regalavano una foto incorniciata: uno scatto di me e loro in posa davanti ad una statua durante la visita di istruzione a Roma. La foto era accompagnata da un biglietto, << Ha visto prof?…alla fine i suoi girasoli sono sbocciati. Siamo felici per lei ma anche un po’ tristi, perchè ci mancherà tantissimo.>>. Li ho abbracciati uno ad uno, lacrime di commozione e il cuore che esplode. Ma quanto siete belli! Che regalo mi avete fatto! Forse il segreto è proprio questo, essere felici e tristi allo stesso tempo, viversi la malinconia del distacco mentre si abbraccia il cambiamento.
Non conosco ancora la destinazione, potrei finire in qualsiasi parte d’Italia ma so che questo cambiamento lo sto costruendo da tempo. E’ nato dalle reazioni allergiche all’immobilismo del sistema formativo, dall’indignazione rispetto ad alcuni rigurgiti vetero educativi (in questi giorni è saltata fuori un’altra perla: inserire la valutazione “gravemente insufficiente” alla scuola primaria!), è nato dalla consapevolezza che è necessario combattere un’idea di scuola come luogo di preparazione e misurazione di individui performanti. Quanto è brutta questa storia della performance e, se ci penso, anche tutta la questione dell’inclusione con cui ci bombardano da anni, nella maggior parte delle scuole si concentra solo sulle “pratiche inclusive” come strumento di “normalizzazione “ delle diversità e non sulla costruzione di ambienti inclusivi per tutti, finalizzati alla realizzazione umana degli studenti.
Ce la farò come dirigente a cambiare le cose? Non lo so ma provarci con tutta me stessa è diventata un’urgenza interna che non posso ignorare. Sono stati proprio quelle centinaia di vite di adolescenti che hanno attraversato la mia storia a farmelo capire , gli incontri vissuti, la lunga ricerca che ha dato un senso a quello che sono stata come docente, come persona e a quello che voglio diventare “E se vale la pena rischiare mi gioco anche l’ultimo pezzo di cuore” diceva Che Guevara…non so perchè mi viene in mente ma ci sta proprio bene come frase di partenza per questo nuovo viaggio.
E’ tempo di separazioni…certo che fatica ma quanto è bello rimettersi in cammino perchè si, ne vale la pena…
Sara Lazzaro
Grande Sara!!! Sono sicura che sarai una preside eccezionale, come si dice a Napoli “quando si chiude una porta si apre un portone!”. Con la tua ricchezza, la tua esperienza, la scuola può essere un posto migliore. Intanto, buona estate!
Gabriella
Quanta bellezza in questo articolo! Grazie per aver condiviso questi attimi di gioia con i tuoi studenti e tanti pensieri importanti sul tuo lavoro. Ce ne vorrebbero tanti di insegnanti cosi! Complimenti Prof … in bocca al lupo … per tutto!
La storia siamo noi! La storia, la scuola…tutto il mondo che attraversiamo e plasmiamo col nostro esserci. Grazie Sara, complimenti e…. buon vento!
Bello sapere che ci saranno ragazzi che avranno una preside come te! In bocca al lupo per la tua nuova avventura… e buona estate!