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MANCA IL MOVENTE/2

MANCA IL MOVENTE/2

Solo due righe su un tema che è stato affrontato su questo blog tantissime volte. Ritorno infatti sugli episodi sempre più frequenti in cui avvengono omicidi efferati ma l’autore di questi omicidi è una persona del tutto normale, non delira, non ha allucinazioni, è di buona famiglia, sempre cortese con i vicini, insomma la classica persona perbene. Ne abbiamo viste a migliaia di situazioni del genere, si ripetono in continuazione. Solo per citarne alcune di quelle accadute nell’ultimo periodo: “l’ho uccisa per passare il tempo”, i due ragazzi che uccidono il coetaneo e poi vanno a farsi una birra in spiaggia, la signora che mette i suoi bambini appena nati sotto terra e poi continua a vivere normalmente come se niente fosse. 

Nonostante queste situazioni si verifichino di continuo e siano sempre più frequenti, se ne parla come se ogni volta fosse la prima volta, la gente rimane atterrita e disorientata rispetto a qualcosa di assolutamente incomprensibile. Allora si cerca il movente, i complici, ma ciò che proprio viene scartata a priori è che si possa trattare di malattia mentale. Quest’ultima viene spesso considerata una furbata adottata dagli avvocati per scagionare il proprio assistito. 

Tra gli addetti ai lavori tutti sanno che l’unico ad essere riuscito a parlare di queste cose in modo chiaro e scientifico è lo psichiatra Massimo Fagioli con la scoperta della pulsione di annullamento ma i colleghi psichiatri hanno sempre avuto molta difficoltà – per usare un eufemismo – a riconoscerlo.

L’abbiamo detto tante volte che è proprio questo annullamento che comporta la perdita degli affetti e lascia in campo una razionalità lucida e fredda che fa sballare completamente il rapporto interumano, per cui il rapporto con la realtà materiale è assolutamente esatto ma quello con la realtà umana non funziona più perché l’altro viene considerato appunto una realtà materiale, un oggetto di cui posso sbarazzarmi senza provare alcuna colpa né tantomeno starci male.

Ma oggi vorrei evidenziare che il problema va ben oltre lo scontro tra scuole psichiatriche, ammettere che una persona razionale, normale, possa essere un malato di mente significa sollevare un problema culturale enorme. Se a compiere certi gesti è un individuo fuori di sé, che va in giro nudo ad urlare da solo contro il mondo, nessuno si meraviglia ma se lo fa una persona “normale” si rimane disorientati. Allora qui non si tratta soltanto di decidere se mettere in carcere una persona o curarla. Riconoscere che una persona normale, razionale possa essere malata di mente incontra tante resistenze perché fa vacillare l’elemento centrale che la nostra cultura ha utilizzato per definire l’identità della specie umana, la Ragione, il cogito ergo sum. Invece questi episodi testimoniano che, pur funzionando benissimo la ragione, si compiono gesti da matti.

Quante cose si porterebbe dietro un cominciare a pensare che è proprio la perdita degli affetti, dell’irrazionale, del corpo che conduce alla fredda razionalità nel rapporto interumano e quindi alla malattia mentale?

Ci sarebbe una rivisitazione totale e completa del rapporto uomo/donna, genitori/figli, e poi la scuola, il lavoro, gli immigrati e in generale tutti quelli che sono i rapporti interumani sistematicamente basati sull’utile, l’appropriazione, lo sfruttamento, la performance, ecc. ecc. Sarebbe una rivoluzione copernicana! Certo, siamo ancora ben lontani da tutto ciò ma penso che questi gesti efferati compiuti da persone normali comincino a far scricchiolare molte certezze finora date per scontate nel mondo occidentale.

Cominciare a dire quello è un malato di mente non nonostante ma proprio perché è così lucido e razionale, potrebbe aprire la breccia ad un nuovo modo di pensare l’essere umano la cui specificità propriamente umana non risiederebbe quindi più nella ragione ma in quel mondo irrazionale fatto di un corpo, di immagini, affetti e fantasia che poi si fondono naturalmente nel pensiero cosciente e la razionalità la lasceremmo ad occuparsi di realtà materiali.

E forse ci troveremmo in un mondo migliore, che ne dite?

Marco Michelini

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Foto scattata da: Adrienne Andersen
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