IL MONDO AL CONTRARIO
Voglio subito tranquillizzare chi legge, non ho alcuna intenzione di fare una recensione del libro del generale Vannacci di cui si è tanto parlato in questi giorni. C’è invece un aspetto che secondo me va preso in seria considerazione ed è il fatto che questo libro, che in altri tempi sarebbe passato assolutamente sotto silenzio, in realtà ha avuto una vasta eco ed è in cima alle classifiche delle vendite. C’è chi dice che l’Italia non si è mai liberata fino in fondo dal fascismo, che è rimasta un paese di destra. Può darsi ma non ne sarei così sicuro.
Leggevo in questi giorni un interessante articolo di Conchita De Gregorio, “Parlare semplice” apparso alcuni giorni fa su La Repubblica, nel quale evidenziava la differenza di linguaggio della destra rispetto alla sinistra:
“…esiste una semplicità di andata e una di ritorno. Se hai un lessico di trecento parole sei semplice, ma sei povero. Se ne hai uno di trentamila e ne usi trecento sei ricco, talvolta saggio. L’uguaglianza livellata al basso è un grandissimo inganno che il potere usa verso il popolo. Una lusinga, siamo tutti uguali, demagogica e pericolosa. Il pericolo consiste nella sudditanza: se non sai non hai armi per opporti, mai. Vivi in prigione. E’ facilissimo essere tutti uguali senza niente…
La semplicità è complessità risolta, invece. E’ ritrovare l’essenziale nel dedalo del pensiero, dei dubbi. La saggezza, l’esperienza, la cultura ti aiutano ad essere semplice. Non sei obbligato ad esserlo dalla povertà di mezzi, torni ad esserlo perché lo scegli…
Poi certo: se fai politica devi farti capire. Devi scegliere la semplicità, quella del girone di ritorno, per coltivare e far fiorire ovunque la complessità. E’ quello l’approdo: essere tutti uguali, sì, ma tutti più ricchi. Di mezzi e di parole.”
Mi piace pensare che la semplicità del girone di ritorno sia la linea che ha sempre caratterizzato questo blog.
Ma c’è un’altra cosa che mi sta particolarmente a cuore. La De Gregorio dice che il problema è la semplificazione, ma dice anche che per poter semplificare occorre avere le idee chiare. Ecco, questo è il punto: siamo sicuri che la sinistra abbia le idee chiare? Non c’è il rischio che la semplificazione sia volutamente evitata perché altrimenti emergerebbe una carenza di pensiero o quantomeno una grande confusione?
Credo che se la sinistra non troverà il coraggio di fare una ricerca sulla natura umana, non raggiungerà mai quella semplicità di ritorno che le permetterebbe di avere una visione realmente alternativa alla destra. A me sembra che in fondo destra e sinistra condividano lo stesso pensiero circa la realtà umana. Solo che la destra è più dura, più determinata mentre la sinistra è più tollerante, più buona. Cerco di spiegarmi meglio.
Riusciamo a capire, per esempio, che continuare a dire che dentro ogni essere umano c’è l’irrazionale cattivo, il diavoletto, significa legittimare un’istanza repressiva, interna o esterna che sia? Eppure lo sento ripetere in continuazione da esponenti di sinistra: “Dobbiamo essere razionali, non lasciarci andare alla pancia come fa la destra”. No, dobbiamo essere umani, come ci dimostrano quei tantissimi lampedusani che in questi giorni accolgono “di pancia” nelle loro case i migranti.
Ma allora tu vuoi dire che negli esseri umani non c’è violenza? Certo che esiste ma porla come condizione naturale significa chiudere gli occhi su quelle condizioni psicologiche, sociali, culturali e politiche che la creano perché fanno ammalare le persone. E le persone che stanno male “diventano” violente, altro che diavoletto! In questi giorni sto osservando con attenzione la mia nipotina di un mese e finora non ho visto traccia della sua cattiveria. Comunque continuerò il monitoraggio e vi terrò aggiornati!
Mi ha colpito l’immediatezza e la ferocia con cui questo governo si è scagliato contro i rave, nel primo decreto che ha fatto. Mi sono chiesto: ma non è che questi ragazzi fanno scattare la destra perché propongono (male, malissimo, compiendo illeciti) un’idea, ripeto confusa e maldestra, di uno stare insieme che non ha paura della sostituzione etnica, del melting pot, dell’”invasione” e pensa invece che si possa stare insieme per suonare, cantare, ballare, fare l’amore? Con Minniti invece, che rimanda i migranti nei lager libici, il pensiero di fondo è lo stesso ma la destra è più chiara, più decisa e propone il blocco navale e l’affondamento delle navi delle ONG. Della serie, sempre meglio l’originale della copia.
Il rapporto col diverso. Ma la vogliamo smettere di chiamare eterosessuali coloro che stuprano e ammazzano le donne? Questi odiano le donne e la parola odio fa a cazzotti con quella di sessualità, riusciamo a comprenderlo? Ah no però oggi si parla di sesso, non di sessualità, i soliti giochini scemi per dire di un corpo che va per conto suo, scisso dalla mente, che risponde alla scarica dei propri istinti. Poi ci stupiamo se qualcuno propone la castrazione chimica! Ma vogliamo fare ricerca su queste cose? Inoltre, ma come può pensare la sinistra di risolvere il gigantesco problema dell’identità di genere con un asterisco? Ma stiamo scherzando? Questa è semplicità di andata e non di ritorno!
E poi l’immigrazione e la guerra. Anche qui, il massimo che la sinistra riesce a contrapporre a questa malcelata ondata di razzismo è sempre lo stesso pensiero, la ricerca dell’utile, del tornaconto personale: ci conviene accoglierli ed integrarli perché ci servono. Se li regolarizziamo poi pagano le tasse e se sono integrati lavorano meglio. Sulla guerra: non ci conviene inviare armi, questa guerra pesa sulle nostre bollette, ci rende più poveri…mentre muoiono centinaia di migliaia di ragazzi dei quali non frega niente a nessuno!
Ma davvero crediamo che noi esseri umani facciamo così schifo?
Questa sinistra tollerante e buonista vede l’essere umano esattamente come lo vede la destra e ricordiamoci che i buoni hanno bisogno dei cattivi per legittimare la propria identità. Hanno paura di parlare alla pancia delle persone perché credono siano tutte come Vannacci e quindi non gli viene neanche il sospetto che ci siano diventati così e che sarebbe compito della politica chiedersi cosa fare per cambiare una società che violenta la realtà umana.
Invitiamo a scuola i giovani immigrati a raccontare le loro storie e poi vediamo qual è la risposta di pancia degli studenti! Se vedo un migrante affogare e faccio di tutto per salvarlo, non è perché sono buono ma perché sono semplicemente ed istintivamente umano e non posso agire diversamente. Se penso che anche quelli che assomigliano alla Egonu siano esseri umani come me, non è perché ho studiato e quindi sono tollerante. Se non mi passa neanche per l’anticamera del cervello di stuprare una donna, non è perché la mamma mi ha detto che devo essere buono e che devo controllarmi.
Spero di essere stato chiaro e semplice.
Marco Michelini
Questo splendido bolg si è sempre contraddistinto secondo me per la chiarezza e la semplicità, va nel profondo e arriva all’essenza. Questo è l’ennesimo articolo con cui si chiarisce senza confusione alcuna cos’è l’essere umano, cosa siamo tutti noi. Troppe chiacchiere e pensieri strampalati si propongono ultimamente e possono confondere, c’è il rischio che qualcuno ci creda. Per esempio l’idea di educare i bambini a non essere violenti mi fa venire la pelle d’oca…
Semplicemente grazie
Un filo rosso prima aggrovigliato adesso è libero dai nodi, lega i tanti pensieri di questo articolo ai pensieri miei, finalmente semplici.
Un regalo bellissimo.
“A me sembra che in fondo destra e sinistra condividano lo stesso pensiero circa la realtà umana”.
Questa affermazione purtroppo penso sia vera, e forse spiega perchè a sinistra non ci siano politici in grado di proporre una visione di società diversa, convincente.
Spesso si va avanti per slogan, ma dall’ideologia che irrigidisce il pensiero e le parole, dalla mancanza di contenuti, non può venire fuori un dialogo profondo e costruttivo con la società.
Molti giornalisti di sinistra, anche quando animati dalle migliori intenzioni, su temi come per esempio la sessualità, finiscono con l’usare in qualche modo la cultura come un’arma per mascherare una certa confusione sul concetto di libertà, o peggio per legittimarla.
In questo senso penso che la semplicità nel linguaggio non sia sempre una scelta, ma un’esigenza di rapporto con l’altro, di cui non si dovrebbe poter fare a meno.
Il tema è gigantesco, avere un pensiero in merito è importante, credo sia il cuore di tutto, per cui grazie davvero per averlo affrontato con tanta profondità e chiarezza.
Grazie per questo bellissimo articolo!
Rosalba
Bellissimo articolo che coglie il senso profondo del nostro presente ovvero un deserto delle idee, un chiaroscuro come quello di chi parlava Gramsci, andando oltre il dibattito comune. Credo che tutti abbiamo urgente bisogno di far circolare un pensiero diverso, proprio con la semplicità del girone di ritorno (che bella similitudine!), un pensiero che non reprima e che non si nasconda dietro questa o quella ideologia. Grazie.
Molto chiaro, molto semplice… di quella semplicità che semplice non è mai, ma che è molto molto molto umana e forse proprio per questo assai coraggiosa.