DOMANDE E RISPOSTE SOTTO L’ALBERO DI NATALE
I RAGAZZI CI HANNO CHIESTO….
Un gruppo di ragazzi, uno sportello di ascolto, una scatola. Questi sono gli ingredienti di un piccolo esperimento realizzato in una scuola. Come responsabili dello sportello di ascolto volevamo fare con i ragazzi qualcosa di diverso, qualcosa che a volte sembra impossibile sia per gli adulti che per i più giovani. Chiedere e ricevere una risposta.
Una classe di adolcescenti ha chiesto allo sportello di parlare di sessualità. Come farlo? Come parlare effettivamente di quello che volevano sapere? Abbiamo pensato di farci scrivere le domande su bigliettini di carta e di raccoglierle in modo del tutto anonimo e libero in una scatola.
Ecco alcune delle loro domande… Ecco alcune delle nostre risposte…
Come relazionarsi con gli altri?
È difficile parlare con gli adulti di sentimenti e sessualità, perché evitano di affrontare questi argomenti? Sono stati giovani anche loro….
Come introdurre l’argomento con le famiglie?
Forse potremmo partire proprio dalla prima domanda… come possiamo oggi relazionarci con voi e più in generale come possono gli adulti relazionarsi con gli adolescenti?
Tra giovani e adulti sembra che ci debba essere per forza un incontro-scontro.
Gli adulti possiedono qualcosa di unico e anche di utile per tutti gli altri e cioè una certa conoscenza della vita, data dalle esperienze vissute. E quindi da adulti abbiamo proprio questa responsabilità: non farvi fare cazzate, pericolose o inutili, perché per esperienza sappiamo che lo sono. In una parola dobbiamo saper dire di NO ai più giovani. Però dobbiamo saperla spiegare questa responsabilità, dobbiamo saper spiegare questi NO. Dovremmo averci capito qualcosa delle esperienze fatte per potervele raccontare altrimenti è un esercizio di potere cui voi giustamente vi ribellate, arrabbiandovi e allontanandovi. E potreste arrivare a pensare che non ci si possa assolutamente più capire.
Però mi risulta che siamo tutti esseri umani, quindi in qualche modo ci possiamo capire.
Diciamo che quello che conta per voi giovani non è lo stesso di quello che conta per noi adulti. Però se io sono adulta e ricordo la mia storia, posso immaginare cosa pensa un giovane, cosa gli sta succedendo, che cosa sta vivendo. Se nel passaggio da giovane ad adulto non faccio sparire ciò che sono stata prima, dimenticandolo, allora ci si può capire.
Si potrebbe anche pensare che non sia così male diventare adulti se in fondo non si diventa poi così stronzi.
Quali sono gli altri elementi, a parte l’amore, che devono stare in una relazione?
Come deve essere il primo approccio?
Con queste e altre domande viene fuori una idea di amore un po’ schematico…ma non c’è una regola nell’amore.
Di che cosa vi innamorate? Lo decidete? Corrisponde sempre allo schema che vi siete prefigurati? Ci si innamora di una immagine, di qualcosa che non sempre si vede. Uno in mezzo alla folla diventa speciale. Si vede in quella persona qualcosa di diverso rispetto tutti gli altri. Qualcosa di unico, di originale. E’ proprio quella unicità inaspettata e sorprendente che ci attrae.
Poiché le cose originali, diverse, nuove e uniche sono per definizione anche sconosciute, innamorarsi vuol dire un po’ giocarsi tutto, rischiare tutto, osare. Senza ingredienti e senza ricetta.
Queste sono alcune delle domande che abbiamo trovato nella scatola. Ce ne erano anche di più profonde, a volte drammatiche. Ce ne erano di divertentissime e argute. Per ora siamo partiti da queste…per il nuovo anno aspettiamo altre domande.
Maria Giubettini
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