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CORRELAZIONI TRA I RITARDI NELLO SVILUPPO E L’ UTILIZZO DI STRUMENTI TECNOLOGICI

CORRELAZIONI TRA I RITARDI NELLO SVILUPPO E L’ UTILIZZO DI STRUMENTI TECNOLOGICI

Come anticipato dal titolo dell’articolo, tenterò di offrire qualche spunto di riflessione tra le correlazioni dell’utilizzo di strumenti tecnologici e le numerose problematiche dei bambini nell’età dello sviluppo.

Ci tengo a precisare che non sono a sfavore dei progressi fatti in questo ambito e che io stessa mi avvalgo, a supporto della riabilitazione tradizionale, di alcuni training su pc o tablet durante il mio lavoro dove principalmente intervengo in età adulta per potenziare aree cognitive come linguaggio, attenzione, memoria e funzioni esecutive danneggiate da danni neurologici.

Quanto state per leggere si sofferma più che altro sul ruolo che questi strumenti stanno avendo, sempre di più, nella vita dei bambini fin dalla nascita o quasi.

Un articolo del “CORRIERE DELLA SERA – Sezione Salute” (https://www.corriere.it/salute/23_agosto_23/bambini-schemo-ritardi-9bef0ca6-40f0-11ee-9770-ee723dce5687.shtml) racconta come uno studio recente pubblicato su The Journal of the Medical Association Pediatrics sia in grado di dimostrare che l’esposizione ad uno schermo ( cellulari, Tablet, pc o tv) per tempi prolungati può associarsi al ritardo dello sviluppo infantile.

Trovo interessante come in questo studio venga dato rilievo anche al fatto che trascorrere molto tempo con lo sguardo rivolto ad uno schermo riduca l’interazione con gli esseri umani, che al contrario di uno strumento tecnologico possono offrire una relazione affettiva fatta di interesse reciproco, scambio ed emozioni.

Immediatamente mi viene da pensare a tutti quei bambini che, in assenza di riscontrabili danni neurologici o affetti da patologie specifiche, vengono diagnosticati come DSA, ADHD, Disturbi o Ritardi di Linguaggio, diprassici.

Mi chiedo: come può un bambino con scarse interazioni sociali che riguardano l’ascolto di qualcuno che gli parla, il mondo esterno, l’esperienza sensoriale, le attenzioni da dare e ricevere verso gli altri, non avere grosse probabilità che non svilupperà il linguaggio come ce lo aspettiamo, che non sarà in grado di sviluppare una motilità fine che gli consentirà di impugnare correttamente una matita o di allacciarsi le scarpe, che non sarà in grado di concentrarsi e prestare attenzione perché il suo cervello è abituato a ricevere stimoli troppo velocemente da un monitor?

Forse è anche in questo che dobbiamo cercare molte delle risposte necessarie per giustificare questo massiccio incremento di diagnosi in età infantile e adolescenziale di disturbi del comportamento, dell’apprendimento e tanto altro?

Un interessante documentario( https://youtu.be/0j8l9qdT01s  )mette in evidenza (basandosi su ricerche scientifiche tutt’oggi in fase di elaborazione e sviluppo) l’effetto che la tecnologia digitale può avere sulla salute di chi ne è sovraesposto soprattutto se parliamo di bambini ed adolescenti.

Inoltre ho letto una stimolante intervista al Prof. Giuseppe Riva  (https://www.auxologico.it/sovraesposizione-bambini-schermi-tablet-smartphone) dove viene riportato un esempio che a tutti noi è sicuramente capitato di assistere nella vita di tutti i giorni, bambini anche molto piccoli completamente assorti e ipnotizzati davanti ai dispositivi elettronici di mamma e papà magari sopraffatti da ritmi assurdi e poco tempo a disposizione per svago e relax: avete mai notato le reazioni di questi bambini quando questo strumento gli viene tolto? Se gli fosse caduto il gelato o una qualsiasi altra cosa forse se ne sarebbero fatti una ragione più in fretta!

Spesso sembra che niente intorno a noi sia pensato per i bambini, già piccoli consumatori travolti nella frenetica attesa di diventare produttori a loro volta.

Di particolare rilievo, a mio avviso, è anche l’utilizzo smodato e incontrollato di questi mezzi in età adolescenziale dove bisognerebbe fare attenzione e notare se i social, i videogiochi non diventano un luogo dove ritirarsi per sottrarsi ai rapporti veri fatti di confronto e crescita.

Niente può sostituire il rapporto che sono in grado di creare gli esseri umani e per quanto difficile, faticoso, a volte estenuante, dovremmo dedicargli il giusto tempo, le giuste attenzioni. Fin dalla nascita il bambino deve avere la certezza che quello che troverà rapportandosi al mondo esterno a lui sarà presenza, amore, affettività, esperienza, condivisione.

In conclusione possiamo affermare che ridurre l’esposizione dei bambini (se non evitarla addirittura in tenera età) può evitare danni funzionali alla vista, alla manualità, al linguaggio, all’attenzione, alle capacità fisiche in generale (anche la sedentarietà causa gravi danni) e sicuramente agevolare invece l’interazione del bambino con gli altri (adulti di riferimento e coetanei) con il conseguente adeguato sviluppo cognitivo ed affettivo?

Ovviamente quanto detto fino a qui non ha che fare con l’importanza dei progressi fatti fino ad oggi in ambito tecnologico. La speranza è quella di comprendere come usare alcuni mezzi, che ci consentono di parlare e vedere persone anche dall’altra parte del mondo, fare ricerche veloci in internet o persino giochi strutturati senza che tutto questo vada a sostituire il contatto umano e l’insostituibile rapporto affettivo unico della nostra specie.

Spero, come sempre, di stimolare riflessioni. Non c’è nessun giudizio. Solo un po’ di voglia di cambiare le cose, perché penso davvero che non sia mai troppo tardi per farlo. Da genitori, professionisti della salute, insegnanti, zii, nonni, ecc…  

Valeria Verna

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Foto scattata da: RDNE Stoke Project
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