DIRAC e LA FORMULA DELL’AMORE
Esiste una “legge” che lega ogni rapporto?
“E’ solo da sdraiati che si vedono le stelle” hanno scritto venerdì scorso i nostri compagni riflettendo sul tema dell’amore e della “passione” intesa come possibilità di sentire. L’articolo ci è sembrato molto fico e ci è venuta voglia di approfondire…ma come? Insomma non è semplice parlare d’amore, di rapporti, di emozioni perché quando ci si mette in gioco si rischia sempre, tanto.
Mentre smanettavamo sul web alla ricerca di qualche spunto ci è venuta in aiuto l’equazione di Dirac: (i∂̸ – m) ψ = 0. , nota come La formula dell’amore . Questa è forse l’equazione più famosa di Dirac, fisico britannico che ha ricevuto il premio Nobel per la fisica nel ‘33, e ci dice che se due sistemi interagiscono tra loro per un certo periodo di tempo e poi vengono separati, non possono più essere descritti come due sistemi distinti, ma rimangono legati per sempre e in qualche modo, diventano un unico sistema. Bella vero?….Ma che c’entra con l’amore? Dirac ci spiega questo concetto, a primo impatto fisicamente complicato ma noi abbiamo pensato che sia possibile “ riportarlo” ai rapporti umani., perché magari anche negli ambiti scientifici possiamo trovare l’amore, la passione, il “pathos” e come cercatori di pepite d’oro scoprire il significato invisibile, non percettibile, che si nasconde dietro questa legge.
Se applichiamo, infatti, questa legge alle relazioni possiamo dire che durante un rapporto, e quindi durante un tempo passato insieme a condividere cose in comune, ad amarsi, piacersi, soffrire , appassionarsi è normale o perlomeno probabile che ad un certo punto ci si possa allontanare, per motivi vari e quindi si debba affrontare una separazione, che , cavolo, spesso è difficilissima. E se fosse invece possibile separarsi senza “perdersi”? In fondo, come ci spiega Dirac, nonostante l’allontanamento, potrebbero non rimanere due individui completamente “ distinti”, cioè il rapporto avuto, le cose vissute in comune, la passione condivisa potrebbe continuare, nonostante non ci sia apparentemente più alcun legame. La passione, se manteniamo la memoria della persona, di tutto quello che nel rapporto ci ha trasmesso felicità e benessere potrebbe essere la costante che resta nonostante la separazione?
Non abbiamo una risposta certa ma l’idea che si resti “uniti” comunque, anche dopo essersi detti addio, ci sembra molto, molto bella.
Sara Clemente
Riccardo Rizzato
Riccardo Deserti
Thomas Zanutto
Elisa Gutterez
Federico Bozzuto
Nicolò Travaglia
Studenti classe 3I Liceo scientifico G B Grassi
Che figo raga!! Più leggevo l’articolo e più sorridevo sino ad arrivare alla fine con un sorriso a 360 tondo tondo 😊 braviiii😍😍
Questi ragazzi mi sembrano straordinari! Che capacità di analisi! Per puro caso avevo per le mani Catullo “vivamus mea Lesbia…” particolarmente adatto al tempo presente, alla caducità e volatilità della vita in tempo di guerra, solo l’amore dà senso al presente e ci consente di riannodare ogni giorno la tela della vita
In un momento storico come quello attuale è bellissimo leggere da voi ragazzi quello che somiglia tanto ad un inno alla resistenza.
Resistenza alla guerra, alla violenza, alla disumanità.
Restare uniti, restare umani.
Separarsi senza perdersi… una cosa “molto molto bella”!
Grazie ragazzi