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L’ITALIA RIPUDIA LA GUERRA

L’ITALIA RIPUDIA LA GUERRA

Caro Papillon, è da un po’ che pensavo di scriverti una lettera per parlare di.. un articolo!
Si tratta dell’articolo 11 della nostra Costituzione (che qualche esponente politico del governo che si sta insediando
ha gia definito vecchiotta) il cui estratto recita più o meno così
L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.
Sembra abbastanza chiaro persino a me che di certo costituzionalista non sono, ed é forse la mia scarsa competenza che mi ha portato a farmi una semplice domanda
Ok, ripudia la guerra, ma.. promuove la pace?
Alla guerra ci si deve opporre sempre e comunque, non serve essere di una parte politica basta essere.. umani, mentre i nostri partiti non sono nemmeno d’accordo se sia il caso o meno di scendere in piazza a manifestare!!
E non stiamo parlando di una guerra qualunque..
Sono ormai settimane che la parola “nucleare” sta diventando sinistramente familiare (un TG nazionale ha addirittura simulato gli effetti catastrofici di un ordigno fatto cadere sul centro di Roma con tanto di raggio di distruzione e numero di vittime) ed io non ho nessuna intenzione di abituarmici!
Davvero, sembra che sia caduto anche quel po’ di pudore rispetto ad una parola che evoca l’orrore di un’arma pensata per distruggere l’umanità, e che purtroppo é stata già sperimentata.
Ora, le cose sono solo due:
O é propaganda, o non lo é.
Nel 1928 in Germania un partito di estrema destra che aveva iniziato il suo cammino pochi anni prima all’interno dei circoli operai socialisti ottiene 12 seggi.
Nel 1930 ne conta 107.
Nelle successive elezioni del 1932, svoltesi nel pieno della crisi economica del ‘29, si ritrova partito di maggioranza, con 207 seggi.
Lo psicopatico paranoico (arrotondando per difetto) che ne guida le fila viene eletto cancelliere, cambia la costituzione, assume pieni poteri e dichiara guerra a mezza Europa, farneticando di un complotto che avrebbe previsto l’invasione della Germania da parte degli Ebrei con lo scopo di distruggere e sostituire la razza tedesca, lui che tedesco non era!
Cavalca insomma la paura del diverso (e della povertà!) dopo aver contribuito ad indurla, e la tragedia nella tragedia é che non stiamo parlando di un dittatore salito al potere con un colpo di stato (ci aveva provato qualche anno prima, fu arrestato e condannato a 9 mesi di prigione in una gabbia dorata dove ebbe tempo di scrivere persino le sue “memorie”) ma di un capo politico eletto democraticamente dal popolo tedesco, infervorato e accecato dal sentimento patriottico-nazionalista, popolo sovrano dunque, ma ubriaco della boria di appartenere alla razza “superiore” (Germania Uber Alles canta la prima strofa dell’inno tedesco)
Giornalisti e scrittori che tentarono di denunciare e mettere in guardia su tali farneticazioni vennero ostracizzati dai loro stessi editori (non sono notizie che fanno vendere, le persone non vogliono preoccupazioni, c’è la crisi economica!) e la fine é arcinota.
Forse la storia, che sembra non detenga il potere di insegnare, ci ha comunque lasciato un monito?
L’attuale presidente del Senato si chiama Benito, quello della Camera ammira Putin, tifa Orban e strizza l’occhio a Le Pen e insomma che dire, siamo solo all’inizio, lasciamoli governare e vediamo..
Indietro non si torna certo, ma il fatto è che quello fascista, in tutte le sue forme, non è solo un partito.
È un contenuto del pensiero.
Insomma Papillon tutto questo per dire cosa?
Forse Edmund Burke ha già detto abbastanza:
“La sola cosa necessaria affinché il male trionfi é che gli uomini non facciano nulla”
Duecento anni dopo Saramago scriveva cecità

Marco Randisi

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L’ITALIA RIPUDIA LA GUERRA
Foto scattata da: life matters
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