IL TEMPO RESPIRA
Caro Papillon,
maggio è mezza primavera. E se è vero che il corrispettivo italiano e avanguardista della Thumberg per noi è sempre stato: “Non ci sono più le mezze stagioni”, io quest’anno questa stagione in mezzo, che non dovrebbe esserci, che non è né carne né pesce, né freddo né caldo, la sto osservando con la speranza e la fiducia di un bambino che guarda crescere un seme nel cotone.
In questa stagione in via d’estinzione, in cui l’estate è ancora soltanto un presentimento, mi viene voglia spesso di andare a cercare riparo sull’Appia antica. Ci vado per trovare un po’ di salvezza, non so bene da cosa, forse dalla fretta e dal tempo. Fatto sta che quando arrivo lì e passeggio mi rendo conto, in realtà, di non aver nessun bisogno di essere salvata, e questo mi tranquillizza e mi fa pensare a quanto abbiano fatto bene a chiamarla via “consolare”.
Vorrei spiegartelo meglio di così, ma stare seduta su una pietra poggiata lì migliaia di anni fa, rimette a posto una serie di pensieri e ne fa nascere di nuovi. Sarà l’effetto del tempo?
Mi capita spesso in quelle occasioni di pensarci.
Insomma è strano il tempo. C’è e non c’è, è necessario, ma sembra essere invisibile a tutti, anche se poi a farci caso ci accorgiamo del suo passare.
È relativo, anche. E spesso dipende dalla compagnia.
Per i fisici, ad esempio, il tempo non esiste, è tutta una questione di velocità ed eventi. Una cosa spaziale, insomma, di movimento.
E mi sembra anche plausibile perché se cerco di immaginarlo, mi viene in mente il volo di una farfalla, proprio come te, Papillon.
A proposito di cose spaziali, ripenso a Sagittarius A*, il buco nero nella nostra galassia, che sono riusciti a fotografare pochi giorni fa, che ha una massa pari a circa 4 milioni dei nostri soli e la cui gravità tiene i miliardi di stelle della Via Lattea che orbitano intorno a lui.
È stato scoperto il 14 febbraio del 1974. Per fotografarlo ci sono voluti 8 telescopi giganteschi, almeno 300 ricercatori e 47 anni terrestri.
E anche se la sua presenza era solo una teoria, alla fine eccolo là.
Ho letto da qualche parte che al centro di Sagittarius A*, come di tutti i buchi neri, la deformazione dello spazio-tempo è talmente spropositata che il tempo perde di significato.
E quei cerchi di fuoco, che si vedono nella foto, che circondano l’orizzonte degli eventi, dove il tempo si ferma, forse custodiscono i segreti scientifici che andiamo cercando da anni.
Insomma nei buchi neri il tempo non esiste, e forse alle stelle non serve.
Marte e gli altri vivono bene anche senza orologi. E non vale solo per chi abita lo spazio siderale, credo che anche agli insetti importi poco sapere che ore sono.
Il tempo sembra essere quindi una prerogativa del tutto umana, ci appartiene, anche se noi crediamo il contrario.
Ecco, un bel casino galattico, ma quando mi siedo in un prato e comincio a pensare, mi sembra proprio di percepire questo movimento cosmico e, come per un’identità cellulare, sento di appartenere a questo mondo, allora mi verrebbe quasi da dire che il tempo non ticchetta.
Il tempo respira.
Ilaria Serpi
Poetico….il tempo respira…..anche se il respiro si ferma nella lettura