GRAZIE PER IL “PENSIERO NUOVO”!
Bellissimo l’articolo di Marco Michelini e importante messaggio lanciato a tutti i giovani del mondo: ribellatevi alla vecchia logica del “mors tua vita mea” che vi viene proposta da tutti i media di fronte all’ennesimo disastro.
La politica occidentale afferma che è inevitabile dovere dell’Occidente inviare armi all’Ucraina perché possa difendersi dall’aggressore, ma questo non fa che incrementare il disastro e risponde unicamente al millenario pensiero per cui l’altro è il Male e noi siamo il Bene! Come se l’Occidente potesse arrogarsi il diritto di rappresentare il Bene, nascondendo sotto al tappeto tutti morti che il presunto Bene ha provocato nella millenaria storia della cultura occidentale.
C’è una nuova logica da poter contrapporre a tutto questo e Michelini ce la racconta.
Le sanzioni imposte alla Russia di Putin hanno portato al sequestro dei panfili degli oligarchi miliardari, ma ci viene detto che non possiamo rinunciare alle fonti energetiche russe per la sopravvivenza del nostro benessere. Ma che cosa è questo benessere?
Non possiamo spegnere i nostri riscaldamenti e metterci un maglione in più mentre ci sono esseri umani che perdono la vita sotto le bombe?
Non possiamo fare delle belle passeggiate a piedi, che fanno anche tanto bene alla salute, mentre ci sono migliaia di esseri umani che scappano, sotto i colpi di artiglieria e missili, facendo decine di chilometri a piedi per mettersi in salvo?
Siamo proprio sicuri che non saremmo disposti a rinunciare a un po’ del nostro benessere occidentale per fermare la macchina da guerra di Putin?
In questa situazione la risposta che sta dando l’Europa è la riapertura di centrali nucleari e il ritorno al carbon fossile, quando l’Orologio della fine del mondo diceva già prima della guerra che mancavano 100 secondi alla mezzanotte! Calcoli che si basano «Sulle continue e pericolose minacce poste da armi nucleari, cambiamenti climatici, tecnologie dirompenti e Covid-19. Tutti questi fattori sono stati esacerbati da un’ecosfera corrotta dell’informazione che mina il processo decisionale razionale».(https://greenreport.it/news/clima/orologio-della-fine-del-mondo-2022-mancano-100-secondi-alla-mezzanotte-video/). Non so quanti secondi siano rimasti oggi! Ma l’economia occidentale non può fermarsi e ripensarsi correggendo i propri errori, perché dovrebbe rivoluzionare la sua stessa logica che è quella del consumo sfrenato di fronte al quale non conta la vita di una parte dell’umanità. È il mercato che conta!
C’è poi un altro elemento da considerare rispetto a questa guerra e cioè che non è l’unica che si sta svolgendo in questo momento. Non sappiamo più niente di quel che sta accadendo in Siria o nello Yemen dove una guerra che dura da più di sette anni e ha fatto 377.000 vittime; niente sappiamo dell’Etiopia, del Mali, della Repubblica democratica del Congo, della Libia, della Somalia, per non parlare di quel che sta accadendo in Afghanistan. Guerre e rivolte interne che stanno facendo migliaia di morti, ma nessuno ce ne parla più, come se chi muore in quei paesi non è un essere umano.
Ma l’Ucraina ci interessa in modo particolare perché è parte del continente europeo, è una nostra vicina di casa e chiede apertamente il nostro aiuto: chiede armi!
Forse Putin è un pazzo, ma il presidente dell’Ucraina Zelensky rappresenta l’altra faccia della stessa moneta: alla guerra si risponde con la guerra, in un’assurda spirale nella quale nessuno si può salvare.
L’Occidente, senza sporcarsi le mani, invia armi. Altre mani premeranno il grilletto!
Ho assistito a un incontro con una filosofa che affermava che la caduta del muro di Berlino è stata vissuta da alcuni come la vittoria definitiva del modello occidentale, che è quello del capitalismo sfrenato e globalizzato. Ma forse non è stato così per tutti. Come afferma Marco Michelini, la caduta di quel muro ha significato la possibilità di incontri e di scoperte che hanno avvicinato i giovani e gli hanno fatto vedere che è possibile vivere in un mondo senza barriere. Per molti giovani è stata forse la realizzazione di un’utopia, l’abbattimento di quei confini che sono linee arbitrarie tracciate sempre dal potere per creare muri che nella realtà non esistono. Neanche le montagne sono un confine perché si possono scalare così come il mare si può navigare, come sempre è stato fatto, per scoprire cosa c’è sull’altra sponda.
E allora forse è ora di cambiare moneta e di trovarne una che abbia due facce diverse, quella della ricerca da un lato e quella della rapporto con il diverso dall’altra. È ora di rispondere alla guerra con la pace, gridandola tutti insieme così forte che tutti i politici che governano il mondo non possano fare a meno di sentirla!
Mariantonietta Rufini
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