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PENSIERO NUOVO

PENSIERO NUOVO
Il vecchio mondo sta morendo. Quello nuovo tarda a comparire. E in questo chiaroscuro nascono i mostri (Antonio Gramsci)

Oggi è difficile. Con tutto quello che sta succedendo in Ucraina, parlare dei temi a noi cari e dei quali abbiamo conoscenza, come la psicoterapia, mi sembra fuori luogo. Però poi, pensandoci meglio, mi accorgo che invece parlare della guerra in Ucraina ci costringe a parlare di salute mentale. Non voglio addentrarmi su temi di geopolitica, non ne ho la competenza e neanche mi interessano particolarmente. Considero assurde tutte le guerre. Ma ascoltando gli esperti, si sente che nemmeno loro riescono a comprendere fino in fondo il senso di questa invasione. Molti si sono chiesti se Putin sia impazzito. Dove voglia arrivare. 

Ovviamente se uno mi chiedesse se Putin è una persona sana non avrei certo difficoltà a rispondergli, sono anni che penso che sia un gravissimo e pericolosissimo paranoico delirante, lucido e razionale, con una corazza di anaffettività talmente spessa che lui neanche si scompensa, è imperturbabile, lui si “cura” facendo impazzire gli altri.

Ma la domanda sulla salute mentale di Putin viene posta oggi, rispetto a questa guerra, come se in questa invasione ci fosse qualcosa che va oltre, qualcosa di incomprensibile.

Intendiamoci, sappiamo tutti che la continua e scellerata espansione della Nato ad est è stata una provocazione che il Cremlino ha vissuto come una minaccia. A ruoli invertiti, l’America non avrebbe mai accettato di avere uno Stato ostile armato sui suoi confini, basta pensare a Cuba.

Tutto vero però continua ad esserci un “salto” che non si riesce proprio a comprendere. Tutti sanno e sapevano che Putin non disdegna affatto l’uso delle armi, ne ha dato prova più volte. Tuttavia questa invasione ha lasciato tutti sgomenti. Fino a pochi giorni prima, nonostante ciò che diceva la Cia, nessuno voleva crederci. 

Per me tutte le guerre sono assurde, la penso come il compianto Gino Strada e non possiamo certo dimenticarci che le grandi democrazie occidentali si sono macchiate di orrendi crimini utilizzando menzogne per giustificare l’invasione di altri paesi e quante guerre sono state fatte con l’idea di esportare la democrazia. Ma stavolta c’è un elemento che sfugge anche a coloro i quali considerano “normali” o comunque inevitabili le guerre.

In questi giorni sento in televisione un coro quasi unanime di persone favorevoli all’invio delle armi. Non ho competenze di strategie militari e pur riconoscendo che questa è senza ombra di dubbio un’aggressione, penso che inviare le armi agli ucraini sia una follia che porterà ad una carneficina di esseri umani. Ovviamente comprendo la spontanea resistenza coraggiosa del popolo ucraino ma non accetto la strumentalizzazione che di questa viene fatta allo scopo di far impantanare Putin incuranti del costo di vite umane che questo comporterà. Penso che la strada in un frangente come questo sia trovare un negoziato che metta fine a questo scempio e purtroppo l’Europa non ha scelto questa strada.

È difficile avere chiarezza in questi momenti ma credo che un modo che ci permetta di orientarci sia quello di adottare una visione più ampia e completamente diversa. Il discorso sarebbe lungo e complesso ma ciò che vorrei dire è che Oriente ed Occidente hanno in fondo condiviso lo stesso pensiero. E con questo pensiero non si va da nessuna parte. Possiamo, nel corso degli anni, attribuire all’uno o all’altro il ruolo di aggressore o di aggredito, in un dibattito infinito, ma il punto di fondo, il minimo comun denominatore è sempre quello di vedere l’altro, il diverso, come il nemico. Secoli di pensiero religioso e di pensiero razionale non ci hanno mai permesso di uscire da questa spirale violenta.  Non sarà che forse si stava muovendo qualcosa di diverso? E se fosse proprio l’emergenza di un pensiero nuovo che ha fatto scattare il bisogno di rimettere indietro le lancette dell’orologio? Mi tornano alla mente le parole di Putin sulla decadenza dei valori occidentali, per non parlare delle “perle di saggezza” che ci ha regalato il patriarca ortodosso. Le immagini di questa guerra in Europa sono quelle di un secolo fa, come se dovessero cancellare immagini nuove e convincerci che tutto è come prima. 

Cito Gramsci: “Il vecchio mondo sta morendo. Quello nuovo tarda a comparire. E in questo chiaroscuro nascono i mostri.”

E allora mi viene da pensare ai giovani di oggi, a questa tanto vituperata generazione, di Greta Thunberg, dell’Erasmus, di Internet, che ha eliminato i confini geografici, politici e linguistici e scopre che gli esseri umani nascono uguali in tutto il mondo, che la realtà umana fatta di affetti, gioie, emozioni, tristezze, innamoramenti, speranze è uguale in tutti i giovani del mondo. Penso ai giovani russi delle città metropolitane che hanno avuto modo di conoscere quelli che ai loro occhi erano stati dipinti come nemici ed hanno scoperto essere invece ragazzi come loro ed oggi sono in piazza a manifestare eroicamente sapendo di rischiare il carcere duro per molti anni. Giovani che nel periodo difficile del Covid hanno saputo ritrovare e valorizzare l’importanza dei rapporti umani.

Greta Thunberg, che sento continuamente irrisa e denigrata, si rivolge a tutti gli esseri umani del pianeta, senza distinzioni. Però di lei c’è la certezza che sia matta, dicono che sia autistica, mentre la sua chiusura ai rapporti è soltanto una solida resistenza alle idee violente e cieche che la circondano, un po’ come l’indiano del film “Qualcuno volò sul nido del cuculo” che si fingeva sordomuto.

Sì, ho una grande fiducia nei giovani di oggi, che possono essere portatori di un pensiero nuovo, che vede nell’altro, pur nella diversità, un essere umano uguale a loro. E questa diversità diventa così un valore aggiunto che desta curiosità ed interesse e spinge al rapporto. Credo che loro possano costituire la vera “minaccia” ad un modo vecchio di intendere la vita umana e i rapporti umani. E contro tutti loro si è abbattuto questo macigno, sulle loro speranze, sui loro ideali.

Questo pensiero nuovo è ciò che può mettere in crisi Oriente ed Occidente, “alleati” nel pensare l’altro come nemico. Putin non va certo in crisi all’idea che qualcuno possa fargli la guerra, nella guerra ci sguazza, è l’unica cosa che conosce e “sa” che quella è la realtà umana, così come ci dicono da sempre che la natura umana è cattiva, siamo tutti figli di Caino. Ciò che potrebbe distruggerlo è il rendersi conto di aver fallito la propria vita, fatta soltanto di odio e calcolo freddo, senza aver conosciuto mai ciò che questi ragazzi vistosamente propongono, andando a scopare col diverso, amandosi, giocando insieme, ballando insieme, studiando insieme, insegnandosi reciprocamente la lingua.

Ovviamente è troppo matto per rendersi conto di queste cose, si “limita” a far sì che queste cose spariscano! Ma possono sparire solo nella sua testa perché il mondo va avanti e pensare di fermare il tempo è il delirio del pazzo. Ma questo nuovo modo di essere di questi giovani può mandare in frantumi anche chi, figlio del capitalismo globale, ha sempre pensato che la realizzazione umana si raggiungesse nell’essere più furbo dell’altro, nello sfruttamento del più debole, nell’accaparrarsi i beni materiali, i soldi, col pensiero costante di fregare il prossimo.

Alla fine troveranno un negoziato che farà terminare questa assurda guerra ma sarà dopo un bagno di sangue che avrà come conseguenza un innalzamento ulteriore delle barriere tra i popoli. Basti pensare che c’è stato, in Italia, chi ha pensato di vietare Dostoevskij, come se Putin avesse qualcosa in comune con Dostoevskij! Ci sarà una corsa al riarmo, già si sta parlando di un ritorno ai combustibili fossili, ecc. ecc. Tutto il nuovo che stava emergendo doveva essere spazzato via con cura, non si dovevano lasciare tracce. La speranza di milioni di giovani di tutto il mondo in un essere umano nuovo e in una vita diversa doveva essere cancellata dai vecchi che non sanno mettersi in crisi e non accettano di farsi da parte.  

Per cui, ragazzi, sarà difficile, occorre trovare una grande resistenza interna per far fronte a ciò cui andremo incontro nei prossimi anni. E per resistere non basterà un pacifismo “ideologico” ma servirà un pacifismo “consapevole” frutto dei rapporti col diverso ma anche di valide letture. Troverete tante difficoltà, gente che riderà di voi illusi che credete che l’essere umano possa cambiare. Tranquilli, siete in buona compagnia, anche tante persone che leggeranno questo articolo faranno queste considerazioni sul mio conto. Ricordatevi la resistenza di Greta Thunberg che, incurante delle critiche feroci, è andata sempre avanti, rendendosi conto che quello che potrebbe diventare il nemico in grado di farci sparire veramente, se non ce ne prenderemo cura, è la Natura, il mondo non umano. Un po’ come quando, nascendo, abbiamo abbandonato la tranquillità dell’utero materno e il freddo, il vento, la luce, i rumori (i bombardamenti) ci avrebbero terrorizzato (come qualche criminale vorrebbe) se non avessimo avuto la speranza/certezza del rapporto interumano.

Marco Michelini

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