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È IL MOMENTO DI CHIEDERE PERDONO

È IL MOMENTO DI CHIEDERE PERDONO

Perdonateci se vi abbiamo ingannato. Vi avevamo promesso un mondo fatto di felicità a basso costo, di leggerezza e facilità. Un mondo fatto di interconnessioni e ipercomunicazione che sembrava potersi tenere in un palmo di mano e possedere con un clic.
Vi abbiamo distratto con un diluvio di immagini superficiali e spolverate di informazioni fluttuanti, senza chiedervi di fermarvi e cercare di scoprire cosa c’era sotto. Ma il sotto è emerso in tutta la sua violenza e vi è stato sbattuto in faccia senza pietà.
Prima la pandemia che vi ha additato come gli untori per eccellenza. E non è stato vero. Semmai siete state le prime vittime di quella chiusura a cui siamo stati tutti costretti, ma che per voi ha significato dover rinunciare a quei rapporti che alla vostra età significano libertà, trasformazione, ricerca di una nuova identità, scoperta dell’altro.
Ora la guerra. Siamo riusciti a tenervi nascoste le tante e tragicissime guerre che si svolgono un po’ più in là da noi, facendovi credere che la sofferenza e la morte non è uguale per tutti, al di là del colore della pelle o dalle tradizioni di ognuno. Non abbiamo potuto tenervi nascosta anche questa: troppo vicina e troppo minacciosa.
La vedo nei volti dei miei studenti la delusione. Una ragazza mi ha detto: “Ma a che serve studiare se domani ci cade una bomba addosso?”
Sì, vi abbiamo deluso. Vi avevamo promesso un mondo fatto di diritti acquisiti e invece scoprite che ve li dovete riconquistare perché noi ce li siamo fatti scippare da sotto il naso da logiche di potere e profitto che, nella loro folle corsa, non possono fermarsi a guardare negli occhi gli esseri umani.
E allora provo a rispondere che studiare serve a comprendere la storia dell’uomo e a leggere il presente con tutta la ricchezza e la profondità che richiede, e trovare così la strada per trasformare quel che qualcuno vuole farvi credere ineluttabile. Non spaventatevi perché, come qualcuno a detto, quelli che sembrano giganti sono soltanto ombre di nani al tramonto.
Ora, tocca a voi pretendere che vi venga restituito quel che vi è stato negato. Tocca a voi scendere in piazza e gridare le belle parole “pace”, “umanità”, “libertà”!
Forse qualcuno di noi che ha continuato, nonostante tutto, a cercare la verità dell’essere umano, vi seguirà, magari in silenzio o accompagnando con un sussurro le vostre parole.

Mariantonietta Rufini

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Foto scattata da: Thiago-Matos
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