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DON’T LOOK UP: E’ DAVVERO COSÌ DIFFICILE INFORMARSI?

DON’T LOOK UP: E’ DAVVERO COSÌ DIFFICILE INFORMARSI?

Qualche giorno fa ho visto il film che sta facendo discutere e dividere spettatori e critici, e ciò che mi ha colpito non è stato tanto la bravura degli attori o la trama, quanto la scelta di affrontare il tema del “disaster movie” Hollywoodiano senza ricorrere alle peripezie del supereroe di turno.
Piuttosto l’interrogativo, o forse l’accusa, che il film sembra porre è quanto il (super?) potere che l’informazione detiene nell’epoca attuale sia in realtà frutto di una delega al pensiero critico e personale di ciascuno, come se l’impero della comunicazione non avesse usurpato nulla con la forza, ma piuttosto restaurato l’antico potere in uso in tutte le culture in cui il pensiero religioso cerca di farla da padrone, il potere della credenza.

Senza addentrarmi negli accadimenti del film, che pure richiama temi biblici come l’Armageddon o calamità naturali inviate per punire l’arroganza degli esseri umani (nel film una cometa in rotta verso la terra, scoperta da una giovanissima e bellissima scienziata subito messa ai margini del progetto) il focus sembra essere piuttosto la ricerca dell’origine del “punto di vista” delle persone, così assorte e catturate dagli schermi da polarizzare le proprie opinioni intorno all’influencer di turno, capace di produrre contenuti talmente virali da spopolare sul web: come se la realtà fosse una disputa tra concorrenti in cui vince (e quindi ha ragione) quello con più “consensi”…

Ecco, questa è proprio la parte che mi ha fatto riflettere maggiormente: primo perché il potere di influenzare gli altri attraverso  messaggi “virali” mi sembra avere assonanze poco rassicuranti (specie di questi tempi) e poi perché il monito da cui il film prende il titolo e che suona come un invito a chiudere gli occhi sulla realtà, ha già fatto almeno una vittima illustre: Ipazia, meravigliosa astronoma e matematica del IV secolo d.c. che ben prima di Copernico scoprì l’orbita ellittica della terra, venne fatta accecare e poi uccidere dal Vescovo di Alessandria non solo per essere diventata più brava dei suoi colleghi maschi ma per aver osato… guardare le stelle! 

Nel film però non c’è traccia di oscurantismo, anzi.

L’accento viene posto sul potere della persuasione, sulla politica degli slogan e dei social media, capaci in breve di dividere il mondo in tre diverse fazioni: quelli che si interessano alla realtà (i pochi) quelli che se ne fregano (i più) e chi cerca solo il modo di guadagnarci (i soliti).

Insomma fine delle opinioni basate sulla realtà e largo alle realtà costruite sulle opinioni, tanto che ad un certo punto il protagonista, scienziato esasperato dalla stupidità del conduttore tv, esplode: “Come diavolo siamo arrivati sin qui? Non ci fidiamo più nemmeno di ciò che vediamo!!” 

Questo invito a fare ricerca (critica alla scienza positivista tutta observatio et ratio?) mi ha fatto pensare a quando Orson Welles leggendo alla radio un adattamento del suo libro “La guerra dei mondi” provocò sì qualche svenimento e molte telefonate di protesta, ma non certo l’isteria di massa che si racconta, costruita piuttosto dalla carta stampata dell’epoca per denigrare il mezzo radiofonico che si pensava avrebbe mandato in crisi l’editoria Americana.

Insomma, sopra quella che oggi chiameremmo una fake-news, in realtà critica alle politiche colonialiste e presagio dell’invasione nazista avvenuta l’anno dopo in Europa, se ne costruì una ancora più grande: migliaia e migliaia di persone avrebbero creduto all’invasione dell’America da parte degli alieni solo perché qualcuno l’aveva detto alla radio!

Perché raccontare di un’umanità egoista e divisa, distratta e manipolabile e di poche persone capaci di pensare e scoprire? 

E’ vero, a volte gli esseri umani possono sembrare oltremodo ingenui, ma sempre meglio una delusione ogni tanto che.. un’unica certezza per tutta la vita! 

Tornando ai tempi attuali, ho l’impressione che anche una certa narrazione degli adolescenti distratti dalla futilità dei contenuti web da non accorgersi di quel che succede che si sente ripetere, o che la distruzione del pianeta sarà opera di una donna (Presidente) come si vede nel film, non corrisponda per niente alla loro realtà (basti pensare a Greta e a tutto il movimento Friday For Future!) né alla maggior parte dei racconti che ascolto da loro.

Mi sembra piuttosto che a farla da padrone sia proprio la curiosità di cui si parlava sul blog qualche settimana fa, matrice e motore com’è della più grande esigenza degli esseri umani: guardarsi intorno (e dentro!) per provare a conoscere e sapere di sé e degli altri.

Impegnarsi, studiare, fare esperienze, prendersi il giusto tempo per cercare risposte: questo vorrebbero fare (o riprendere a fare..) i ragazzi che mi capita di vedere.

Odiare l’indifferenza, non gli indifferenti intendeva Gramsci.

Marco Randisi

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Foto scattata da: Lisa
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