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NOI I BORDI VOGLIAMO STRAPPARLI MALE…

NOI I BORDI VOGLIAMO STRAPPARLI MALE…

Spunti di riflessione sulla serie “Strappare lungo i bordi” di Zerocalcare

Siamo a novembre 2021 e sulla piattaforma digitale di Netflix viene inserita  “Strappare lungo i bordi”, serie animata del noto fumettista romano Zerocalcare. Questa miniserie ripercorre la vita dell’autore, nell’arco degli otto episodi proposti, toccando, però,  temi e problematiche trasversali ad  un’intera generazione.

La serie, attraverso un linguaggio ironico e con modalità e stili di comunicazione giovanili, esprime una critica alla società moderna, sempre più proiettata verso  un capitalismo sfrenato e sempre meno attenta al benessere dell’individuo: trovare il giusto lavoro, guadagnare, comprarsi una casa, avere una famiglia… vengono vissuti dal protagonista come obiettivi di vita socialmente imposti, con una pressione costante sull’individuo che genera angoscia e risentimento.<<Pensavamo che la vita funzionasse così: – dichiara Zero- che bastava strappare lungo i bordi piano piano, seguire la linea tratteggiata di ciò a cui eravamo destinati, e tutto avrebbe preso la forma che doveva avere…>> .

E invece no. Questa forma sembra (per fortuna) non arrivare mai, con il rischio, però, di lasciarci perennemente in affanno nell’inseguire una strada che non ci siamo disegnati noi ma che la società ci ha incollato addosso con l’attack, tanto da farci sentire sbagliati quando i bordi li strappiamo “male”. <<Tutta sta’ fretta de fa’ succede le cose c’a messa er capitalismo e ‘nfatti poi c’ha dato ‘a cocaina pe’ sta ar passo.”>>

Certo non è solo Zerocalcare a ritrovarsi in una realtà così de-umanizzata, in una zona così grigia….perchè è la stessa zona di un’intera generazione, ancorata ai genitori anche in età adulta, perennemente in conflitto fra l’essere e il dover essere e angosciata dalla paura dell’insuccesso.<< In pratica io passavo er tempo a cerca’ lavoro- ci racconta l’autore- perché me serviva pe’ campa’, ma quando ‘o trovavo me volevo soltanto ammazza’ piuttosto che annacce. Che poi è na grande sintesi de come campano tre mijardi de persone a sto mondo!>>

Ma è davvero questo l’obiettivo dell’esistenza di un essere umano? Inseguire sempre gli stessi modelli di vita? Percorrere strade già tracciate  nel lavoro, negli affetti, nel tempo libero? Arrendersi ad un’esistenza da pedina e non da protagonista? Forse Zerocalcare sta cercando di dirci che non può essere questo il senso del nostro stare al mondo.  Se ormai viviamo in una società “vetrina” come oggetti da esposizione, che devono essere sempre perfetti e devono sempre indossare una maschera quando escono di casa (come diceva Pirandello), forse è ora di cercare altro. Forse è ora di provare a pensare che ognuno di noi dovrebbe essere libero di realizzare se stesso nel mondo, inseguendo i propri sogni, dovrebbe poter combattere per diventare protagonista e non comparsa della propria storia.

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Desiree’ D’Autilia

Emanuele Gardiolo

Samuele Visalli

(Studenti della classe 5BS del Liceo scientifico G.B. Grassi di Latina)

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Foto scattata da: Nemibladet
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