TEMPO, CALORE E TRASFORMAZIONE
“Il tempo è relativo, il suo unico valore è dato da ciò che noi facciamo mentre sta passando”. Albert Einstein
Sono giornate molto calde quelle che stiamo affrontando ultimamente; da un po’ mi chiedevo “di cosa parlerò nel mio prossimo articolo per Papillon?”. Di certo non ho esordito parlando del clima perché volevo parlare del tempo atmosferico (semmai a questo darò la responsabilità dei temi che ho deciso di affrontare, perchè si sa “il caldo da alla testa”); però sul Tempo (non atmosferico) e il Calore (non solo quello del sole) qualcosa proverò a dire. Avventuriamoci in questi strani intrecci!
Confesso quindi che ho fatto bizzarri parallelismi tra una delle mie letture estive “L’ordine del tempo” di Carlo Rovelli e il calore inteso in più accezioni.
Proverò a spiegarmi, consapevole di addentrarmi in un difficile quanto affascinante mondo.
Il “tempo” è un concetto che molto spesso, nel nostro quotidiano, utilizziamo per indicare molte cose; parliamo del tempo chiedendoci: “quanto tempo manca, quanto tempo abbiamo impiegato per fare qualcosa, facciamo una cosa nel tempo giusto, è arrivato il tempo di.. ?”. Diamo al tempo un valore attorno al quale sembra girare tutta la nostra vita, le nostre scelte, il significato degli eventi, le aspettative su di noi e sugli altri, gli avvenimenti passati e il futuro.
Con un gioco di parole interessante (che attribuisce allo stesso termine significati differenti) la fisica non descrive soltanto come evolvono le cose nel tempo ma anche come evolvono le cose nei loro tempi e come evolvono i tempi.
Aristotele fu il primo ad interrogarsi sul Tempo e arrivò alla conclusione che questo fosse la misura del cambiamento; questa affermazione è in totale opposizione con quella di Newton che sostiene invece che il Tempo scorre anche quando nulla cambia. Poi Einstein disse che entrambi avevano ragione e allora ho continuato a cercare di comprendere.
Devo ammettere però che mi infilerei in qualcosa che poco mi compete se tentassi di aggiungere altro; allora qui arriva in mio aiuto Clausius che parlando di Tempo enuncia l’unica legge della fisica che distingue il passato dal futuro: il calore non può passare spontaneamente da un corpo freddo ad uno caldo; solo dove c’è calore quindi esiste la distinzione tra passato e futuro?
Ecco! Deve essere in questo passaggio che, pensando al Tempo, in queste roventi giornate, devo aver dato una importanza particolare al termine “calore”.
Il Calore ci introduce il concetto di irreversibilità del tempo, ovvero l’impossibilità di invertire il tempo?Ogni volta che si manifesta una differenza tra passato e futuro c’è di mezzo il Calore. Ad esempio se sto mangiando un ghiacciolo all’amarena e mi cade a terra, non solo con tutta probabilità si sgretolerà in più parti, ma il Calore lo trasformerà da stato solido a liquido senza alcuna possibilità di invertire il processo spontaneamente.
Avviene cioè una trasformazione irreversibile causata dal calore, processo al quale Clausius dà il nome di Entropia, che in un certo senso indica quindi la direzionalità del Tempo e la sua irreversibilità.
Quanto affermato è vero per l’esempio riportato ma è diverso se penso che una bottiglia d’acqua tolta e riposizionata nel freezer cambia più volte dallo stato liquido allo stato solido a seconda delle occasioni in cui ripeto l’azione. Allora cosa interferisce con questo processo? Confrontandomi con un mio amico professore lui mi dice: “l’intervento esterno cambia tutto! Come per la gravità! Spontaneamente un oggetto cade dal tavolo se lo spingi giù, ma se tra l’oggetto e il pavimento inserisci la tua mano, il processo si interrompe e si modifica!”
Ero quasi certa che tutto quello detto finora avesse lo scopo di portarmi qui ad affermare che una trasformazione avviene tramite il calore ed è irreversibile. Non parlo di certo del ghiacciolo alla amarena; mi affascina riportare tutte queste leggi fisiche, bellissime ed intelligenti, alla mente umana trovando o tentando di fare alcuni nessi.
Partendo dal concetto di Tempo, anche pensando a molte cose scritte su questo blog da me e da altri (trattando diversi temi), mi sento di dire che ognuno di noi ha il proprio per le tappe della sua vita, che non tutto deve essere stabilito per forza da leggi e regole. Il più delle volte il Tempo può acquisire il valore che ognuno di noi gli attribuisce e spesso accade che due ore trascorrano volando come due minuti e viceversa. Quindi, quanto è davvero misurabile se pensiamo al valore che ha o che gli diamo nelle nostre vite? E soprattutto… quanto riguarda l’esclusiva percezione umana che il tempo sia davvero irreversibile?
Certo è necessario per avere un sano rapporto con la realtà: devo essere orientato al livello temporale, rispettare gli orari di lavoro, gli appuntamenti. Mi serve controllarlo razionalmente per vivere adeguatamente all’interno della società. Ma chi di noi controlla o tiene conto del tempo che trascorre con l’amato a far l’amore? Se accadesse, qualcosa non funziona, no!?
A seguire: Trasformazione e Calore mi fanno venire in mente la capacità dell’essere umano di cambiare il proprio pensiero e di farlo per stare bene grazie all’affettività propria e di coloro di cui si circonda. Posso usare come sinonimi Calore e Affettività?
Se posso farlo, penso che quello che consente al ghiacciolo di sciogliersi e di non tornare solido e freddo (il calore), sia la stessa cosa che permette, allo steso modo, all’essere umano di “sciogliersi” e lasciarsi andare (l’affettività).
Sono molte le cose che mi sono venute in mente scrivendo questo articolo e mi rendo conto che tutto ciò mi ha portato altrove rispetto all’idea iniziale.
Ho concluso facendo un pensiero: l’essere umano nasce con la certezza che qualcuno lo amerà, lo scalderà e se ne prenderà cura. Se questo non accade lui farà una operazione, causata da un intervento esterno (chi se ne prende cura), che lo porterà a “chiudersi”, a provare delusione e non sentire quell’amore.
Ma tutto questo processo è irreversibile? Io direi assolutamente no! Se dentro di noi è rimasta la memoria di quella speranza che abbiamo sentito appena venuti al mondo, continueremo a cercare per il resto della nostra vita quell’intervento esterno che ci permetterà di modificarci e trasformarci ancora e ancora.
Possiamo quindi affermare che è grazie alla nostra memoria, ad una spinta interna, che possiamo invertire il nostro Tempo e grazie a questo scrivere la storia della nostra vita e cambiare le cose, o provare a farlo quando necessario e possibile?
Forse il caldo di questi giorni mi ha dato veramente alla testa, come accennavo all’inizio. Chissà!
Volevo condividere con voi questi voli pindarici. Se qualcuno che ne capisce più di me degli argomenti trattati vuole aiutarmi a capire meglio o fare nessi più appropriati, non esitate. E’ bello il confronto.
Buona, calda, estate a tutti.
(Grazie al Professor Valerio Guido, amico, matematico e appassionato di fisica che mi ha supportato e sopportato)
Valeria Verna
Comments (8)
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“Il tempo è relativo, il suo unico valore è dato da ciò che noi facciamo mentre sta passando”. Albert Einstein
…..Che “caldo brivido” che ho avuto leggendoti! 🥰
Grazie Irene ☺️
Bellissimo spunto Valeria!
Sono tanti i ragazzi che un po’ come Don Chisciotte fanno la lotta contro.. il tempo!
Un ritardo di lettura diventa subito una dislessia, un esame sbagliato si traduce in un fallimento, un amico che si laurea un po’ prima vuol dire disoccupazione certa, una collega fa un figlio e subito deve scegliere se vuole essere madre o manager…Insomma avoglia a dire che i tempi sono personali (il che é verissimo!!) é che oltre al calore i ragazzi vivono e respirano un’altissima… pressione!!
Penso invece che concedersi il giusto tempo per cercare di conoscersi (e di conoscere) dovrebbe essere incoraggiato, perché la ricerca incessante di un oltre, di ciò che non si vede ma si pensa esistente, richiede indubbiamente coraggio..
Grazie Marco per questo commento ulteriormente ricco di spunti che sarebbe interessante approfondire! Si, hai ragione, di coraggio ne serve indubbiamente molto…
A proposito del tempo, mi hai fatto pensare al “dopo” e quante volte alla fine di una storia il pensiero sia lo stesso del ghiacciolo (non sarà più come prima). Sarebbe interessante chiedersi e capire che succede quando quel “dopo” diventa una perdita e quando invece non si perde nulla e anzi si può come dici tu, dopo un po’ di tempo… “scrivere la storia della nostra vita e cambiare le cose” cambiando se stessi.
Il “dopo” di cui parli tu è davvero importante! Sarebbe bello e necessario approfondire qui cosa accade, di cosa è fatto quel tempo che dopo la fine di un amore, di una amicizia a volte è (come dici tu) “perdita” anziché occasione di crescita e trasformazione…anche se dolorosa.
Quando mi è stato chiesto un supporto tecnico dalla mia amica dott.ssa Verna non avrei mai immaginato che mi sarei fatto rapire dai suoi collegamenti tra il mondo delle leggi fisiche e quello affettivo e psicologico: un articolo che TRASFORMA il TEMPO passato a leggerlo nel CALORE confortevole delle emozioni tipiche di un’attività coinvolgente ed immersiva. Continua a sorprendermi Valeria, come hai sempre fatto! Complimenti per l’articolo
In realtà devo ammettere che il mio approccio alle leggi fisiche è sempre stato di scontro. Vedevo il tutto troppo razionale, calcolato, misurato. Ovviamente non ne capivo molto e anche adesso trovo alcune cose molto complicate (ho molta ammirazione per i fisici e i matematici). Però devo dire che questi voli pindarici mi hanno portato a pensare che ogni cosa ha la sua spiegazione, il suo nome e che tutto interagisce con noi e ci cambia, ci trasforma. Come diceva Marco nel commento in alto “richiede coraggio”! È vero! Ne richiede moltissimo ma, personalmente, penso ne valga davvero la pena ☺️. Grazie ancora Vale per il tuo contributo.