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Lisistrata 2023

Lisistrata 2023

Racconto liberamente ispirato dalle domande emerse nell’ultimo articolo pubblicato su questo blog dai ragazzi del Liceo Grassi “La libertà di dire no”.

Erano le 20.00 di una calda sera di maggio e il telegiornale era appena cominciato: “La guerra è finita. La riunione dei maggiori capi di stato di tutta Europa è durata solo un’ora e mezza e si è conclusa con un totale armistizio da parte della Russia e dell’Ucraina. I leader si sono detti fieri del risultato raggiunto e sperano che questo sia sufficiente per mettere fine allo Sciopero. A tal proposito, la NATO e la maggior parte dei capi di Stato hanno emesso comunicati stampa porgendo le loro più sentite scuse alle promotrici dello Sciopero invocando una sua cessazione immediata”. 

Lisistrata spense la tv e tiro’ un sospiro di sollievo. “È fatta” pensò.

Erano stati mesi veramente duri. Tenere il punto era stato complicatissimo, ma aveva dato i suoi frutti. 

Tutto era cominciato nel mese di marzo quando l’escalation verso la guerra mondiale sembrava inevitabile. La Cina si era alleata con la Russia e per contro la NATO aveva deciso di ammettere Finlandia e Svezia togliendole dal tradizionale ruolo di Stati cuscinetto per garantire la pace. Tutto puntava su un conflitto mondiale e, dietro di esso, lo spettro della bomba nucleare si aggirava nelle menti di tutti i cittadini europei. 

Il clima era teso, le facce delle persone erano accigliate e scure, sembrava non ci fosse più speranza. 

Era in quel periodo che le era venuta un’idea. Un’idea folle, ma poi si era detta: “Non può essere un’idea più pazza della guerra”. Così aveva cominciato a parlarne con le amiche. Perché in fondo tutte le rivoluzioni cominciano così: parlandone con le amiche. 

“Putin, Salvini, Biden mi hanno rotto le palle! Non sono altro che maschilisti che vogliono fare i machi e giocare con i carri armati e poi tornano a casa e pretendono che le loro mogli li soddisfino senza protestare e senza fare storie. Hanno anche il coraggio di dirci che la famiglia tradizionale sia l’unico modo che hanno una donna e un uomo di stare insieme! Pretendono anche che chiunque altro si adegui a questo format. Bene! Facciamogli vedere i rischi di questi cosiddetti valori tradizionali. Indiciamo uno sciopero del sesso!”. Le amiche risero, ma lei era seria. “Lisistrata sei sicura di stare bene?”. “Sono scurissima! Da adesso in poi nessuna donna dovrà più darla ad un uomo finché non se la smetteranno di farsi la guerra!”. “Ma come facciamo? Dovremmo avere un’adesione di massa allo sciopero. Cioè tutte le donne del mondo dovrebbero aderire a questo sciopero”. “Esatto! E sapete da chi cominceremo? Dalla categoria di donne più importante di tutte e anche quella invisibile da secoli. Le prostitute!”. 

Fu così che Lisistrata e le sue amiche per un mese intero girarono per bordelli e convinsero tutta la Categoria a chiudere i battenti: “Ma non siete stufe? Non ne avete abbastanza? Tutta la notte a lavorare senza garanzie, ferie, giorni di malattia pagati, ma insomma!”. Fu meno difficile del previsto convincere loro.

Quello che si rivelò uno scoglio molto più complicato da superare furono proprio le mogli: “Eh sì, però noi abbiamo firmato un contratto matrimoniale, abbiamo dei doveri e poi al bambino chi ci pensa?”, “Ma non è che avete paura che vi tradiscano?”, “Eh beh, in effetti sì…sai…”, “Abbiamo già convinto la Categoria a chiudere i bordelli”, “Ah vabbè allora certo che aderiamo!”. 

Così da metà aprile comincio’ lo Sciopero e anche il caldo. Salivano le temperature e non solo quelle meteorologiche. Il patto tra le donne di tutto il mondo era di “farli crepare”: si rendevano tutte irresistibili e poi…niente. Non importava che fossero timide, estroverse, giovani, anziane, affascinanti o sgraziate, se una era in difficoltà le altre la aiutavano. 

Certo ci furono momenti molto duri, gli uomini erano tesi, sudavano molto più del dovuto con i 25 gradi di aprile. Però anche le donne facevano fatica perché pure a loro gli uomini piacevano ed è per questo che scioperavano. Perché ritenevano inaccettabile che delle creature così belle si trasformassero in cinghiali guerrafondai senza un minimo di sensibilità! 

Ci furono scontri, litigate, cedimenti, minacce di divorzio. E poi ci furono accadimenti curiosi come un’improvvisa impennata della vendita di sacchetti di ghiaccio…Lisistrata non era sicura di aver capito bene che cosa se ne facessero gli uomini, ma tant’è. 

Insomma dopo un mese di Sciopero i leader dei Paesi europei (ma anche quelli del resto del mondo) apparivano in tv sempre più tesi ed emaciati. Avevano completamente abbandonato il loro fare sicuro e soverchiatore. Addirittura il giorno 26 dello Sciopero Putin chiese al giornalista che lo stava intervistando la sua opinione riguardo la guerra. Salvini durante un talk show domandò al suo avversario se poteva interromperlo o se prima voleva finire di parlare. Disse anche che in fondo a lui i migranti stavano simpatici. Il giorno 28 Biden svenne in diretta tv. Insomma tutti cominciarono a pensare che forse le donne avevano la loro parte di ragione e se si fossero dati una calmata forse le cose sarebbero migliorate.

Così arrivo’ la metà di maggio e la guerra fini’ (e anche il conflitto tra Israele e Palestina si avviava verso la risoluzione) e Lisistrata spense la tv e tirò un sospiro di sollievo.

Il telefono squillò: “Lisistrata hai sentito il Tg? Ce l’abbiamo fatta! Che dici, adesso gliela diamo?”. Dopo un attimo di silenzio: “Ma si dai!”. 

Gioia Piazzi

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