L’INCHIOSTRO SIMPATICO
Acqua, succo di limone e un po’ di magia, di quelle che fanno spalancare gli occhi.
Stuzzicadenti usati come pennini, piume d’oca che non macchiano più, calamai colmi di liquido trasparente, scommettiamo che si possono leggere quaderni non scritti?
Invisibile al momento dell’applicazione, l’inchiostro simpatico ha conosciuto nel corso dei secoli diversi utilizzi e la steganografia (vabbè, la scrittura coperta) è stata utilizzata con i fini più disparati.
La utilizzò Erodoto in alcune delle sue Storie, gli Spartani per la prevenzione di possibili attacchi, e una delle forme più ingegnose fu quella pensata da Istieo, tiranno di Mileto che nel 490 a.c. per comunicare un importante messaggio ad un alleato, lo incise sulla cute del suo servo prediletto (e meno male..) mandandolo in viaggio solo quando i capelli fossero ricresciuti abbastanza.
Certo, importante ma non urgente si potrebbe dire, ma che vuoi farci, all’epoca mica esistevano i messaggi effimeri di WhatsApp..
Vennero scritti libri sulla stregoneria capaci di nascondere all’Inquisizione la loro vera natura (denunciare la barbara esecuzione di donne considerate eretiche o “indemoniate” solo perché epilettiche) roventi parole d’amore tra banali auguri di compleanno, rocamboleschi piani di fuga su liste di spesa, conti di drogheria in grado di sovvertire regimi, insomma storie di complotti e di spie magari anche romantiche, ma forse un po’ démodé..
Oggi che la carta stampata non si usa più molto, è la crittografia a poter mascherare il vero testo, un po’ come il Codice Enigma la cui decriptazione permise agli Alleati di vincere la seconda Guerra Mondiale, e dal Codice da Vinci in poi anche quadri e dipinti hanno avuto la loro gloria: tele sovrascritte, complotti templari e atmosfere massoniche hanno riempito pagine e schermi tv di storie intricate e avvincenti, fino ad arrivare ai file condivisi tramite web, immagini apparentemente innocue che se ingrandite a sufficienza rilevano pixel colorati in modo specifico per farli corrispondere a caratteri alfabetici..
Linguaggi.
In codice.
Per immagini.
Sicurezza tramite segretezza, acqua e limone per scrivere ma.. per leggere?
La steganalisi, che studia il processo inverso ed ha l’obiettivo di determinare se un mezzo in grado di trasportare informazioni contenga messaggi segreti ecc. però.. che noia!
Con l’inchiostro simpatico basta il calore, che per una strana reazione fantachimica permette alle parole di comparire!
Ora, quando sogniamo anche noi componiamo nella mente parole invisibili, perché si sa, i più grandi artisti lavorano proprio di notte.
Dipingiamo immagini silenziose e segrete, storie e racconti che all’improvviso si accendono dietro le palpebre degli occhi chiusi dal sonno, avventure oniriche che al risveglio possono scomparire, ma che a volte permangono.
E come si fa per capirci qualcosa, per tradurle, decifrarle, per provare a comprenderle, insomma per interpretarle?
Ci proviamo spesso in psicoterapia, e se la nostra Stele di Rosetta sono forse i riferimenti teorici, penso che il calore necessario non possa che essere legato al rapporto.
L’investimento affettivo, la vitalità, la fantasia, possono rendere verbali e visibili le comunicazioni nascoste, e non so se i sogni sono simpatici, di sicuro non sono fatti di inchiostro, però sono umani, e se a volte si possono perdere o perfino ammalare, di una cosa sono sicuro.
Nessuno potrà mai portarceli via.
Marco Randisi
Che bello Marco, mi piace tanto il filo del tuo articolo… linguaggio in codice per immagini!
Un codice segreto da decifrare all interno di un rapporto…
è il calore del rapporto che ci tiene in vita, che ci fa sorridere, che rende la vita degna di essere vissuta, grazie Marco! Non sarà stato scritto con l’inchiostro simpatico ma ho percepito tutto il calore dell’articolo.🥰
Woow❤️
Ciao Marco…commento un po’ poetico! Penso al calore e subito alla sensazione del sole sulla pelle che tira fuori il dorato della pelle d’estate. Un po’ come per l’inchiostro simpatico la melanina passa da uno strato più profondo verso i cheratinociti in alto e diventa visibile. E penso anche a pochi ingredienti e al calore del forno che fa quel profumo del pane appena sfornato. Da una parte il calore fa venir fuori un qualcosa che era già li profondamente e dall’altra sembra che nasca un qualcosa di nuovo…forse dall’insieme di ingredienti che sembrano scomposti, diversi ma molto personali, di ogni persona con un ingrediente esterno, può nascere qualcosa di completamente nuovo…chissà…Che bello,no?
Bellissimo articolo, e belli anche i commenti. Grazie…