LASCIARE ANDARE
“Non volano farfalle, non sto più nella pelle
Ho perso le emozioni me le ritrovi tu? Da questa notte no, non voglio stare male
Dammi due ali per volare..” (Sangiovanni, 2022)
Tra le tante canzoni di questa estate un po’ strana, arrivata in ritardo e poi esplosa, mi è capitato di riascoltare Farfalle, un brano dello scorso anno che parla di un amore appena nato, capace di ossigenare i pensieri e alleggerire la testa fino a sentire di perderla, e mi sono fermato a pensare a questi insetti bellissimi e strani.
Le farfalle mi hanno sempre affascinato per la loro bellezza, eleganza e colori vivaci, ma l’aspetto più misterioso, oltre alla polvere magica delle loro ali, è che rappresentano quello che spesso mi trovo a dire ai ragazzi che seguo al servizio dove lavoro, alcuni con storie personali a volte al limite dell’assurdo, e che col dono della sintesi suona più o meno così:
“Va bene tutto, ma non è quello che t’è successo che definisce chi sei!”
Certo può sembrare una metafora un po’ datata, tipo l’adolescente brutto anatroccolo che diventa cigno, o anche una di quelle favole tipo la ragazzetta che trasforma il ranocchio in un principe, ma mi piace pensare che certe storie non siano tutte inventate, e che magari abbiano preso spunto da vissuti profondi per poi diventare favole o persino poesie..
Che anche quella sia una trasformazione? Chissà..
Però secondo me quella della farfalla è tutta un’altra storia, non solo perché non è che il bruco metta le ali, è proprio che diventa altro da sé, ma perché prima di trasformarsi conduce una vita molto diversa…
Uno striscia, l’altra vola, uno è maschio l’altra è femmina (vabbè avete capito) lui sta con i piedi (tanti) per terra, lei se ne va in giro leggera, lui mangia la foglia (si sa, il bruco è sospettoso, non lo prendi mica per il naso) lei succhia il nettare, lui morde, lei no, e tutto il resto della giornata la nostra farfalla lo dedica.. ad accoppiarsi!
Insomma ecco, sta farfalla sarà pure un po’ ingenua, però come dire, poteva andarle anche peggio..
Allora mi chiedevo, ma perché succhia il nettare invece di mangiarsi direttamente il fiore? E’ come se riuscisse a prenderne il contenuto, l’essenza, lasciando inalterato tutto il resto
Si vede che delle vecchie abitudini non è proprio rimasto più nulla, non è che si è messa solo un vestito più bello, è proprio sparito tutto quello che c’era prima..
Vabbè ma arriviamo al sodo, la cosa che mi affascina di più è che le farfalle puoi studiarle sui libri, disegnarle sui banchi, rincorrerle per i prati, sentirle nella pancia, ma non puoi in alcun modo toccarle, non le ali almeno, altrimenti rischi di danneggiarle impedendogli di continuare a volare..
Sono un po’ come i pensieri quindi, puoi raccoglierli, raccontarli, cambiarli, tentare di indovinarli e poi cambiarli di nuovo e il tutto… senza mani!
Non è come con le lucertole insomma, farfalle e pensieri, se tenti di tenerli fermi, loro muoiono.
Ecco, sarà che d’estate si fanno pensieri diversi, ma mi piace vederla così, che entrambi non si stanchino mai, che non vogliano stare mai fermi, e che posarsi o riposarsi ogni tanto da qualche parte sia solo il loro modo elegante e leggero di prendere la rincorsa.
Un po’ come addormentarsi.
Per poi svegliarsi.
Diversi.
Un antidoto a certe tristezze estive, che poi a pensarci bene non sono mica veleno..
Marco Randisi
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