IL PARADOSSO DEL CALABRONE
Oltre a essere un film, forse da vedere, forse no, quella del calabrone è davvero una strana storia.
Da tempo la scienza e la fisica si domandano come sia possibile per una creatura così pesante riuscire a volare con quelle piccole ali.
Una questione di superfici e di portanza quindi, ma per niente superficiale e anzi molto molto importante!
Fior di studiosi si dannano perché facendo e rifacendo i loro complessissimi calcoli i risultati restano esatti, ma i calabroni continuano comunque a volare, e anche rumorosamente per giunta!
Una spina nel fianco della logica, un vero e proprio dilemma.
Come ragazzi disubbidienti e ribelli, continuano a contraddire, trasgredire, e ad infrangere regole, e non parliamo che so di rientrare più tardi la sera o magari truccarsi un po’ troppo, no no, qui si sovverte proprio l’ordine delle cose, le leggi della fisica e della materia, che anche se non sono scritte nella pietra come i comandamenti la sanno comunque abbastanza lunga.
Che so, paradossi tipo quello della groviera (più formaggio c’è, più buchi ci sono, ma più buchi ci sono meno formaggio c’è..) dell’uovo e della gallina (io voto l’uovo!) o come quello citato da Joker a Batman:
“Ecco cosa succede quando una forza irrefrenabile incontra un oggetto inamovibile. Tu sei davvero incorruttibile, non è così? Non mi uccidi per senso di superiorità e io perché sei troppo divertente. Credo che siamo destinati a lottare per sempre!”
Che dire, pur odiandosi a morte (sarebbe più corretto dire “proprio per quello”) a quei due non gli riesce proprio di separarsi!
Sarà il fascino delle cose impossibili, che mi ricorda quand’ero ragazzo..
Più mi dicevano che non sarei riuscito a fare qualcosa più mi ci incaponivo, più mi sentivo sfidato più mi impegnavo, più.. vabbè avete capito il senso della storia e il significato del termine Paradosso:
Andare contro, “oltre l’opinione” degli altri
Solo che può non bastare, perché se quelle opinioni diventano convinzioni personali, pensieri tipo “non valgo niente, non ce la farò mai” e così via, la faccenda può farsi molto più complicata.
Non è che se arriva qualcuno a dirti “Vai! Vai che ce la fai! Dai che sei forte!” allora uno si sblocca e comincia a volare, e penso proprio che non funzioni così nemmeno la psicoterapia!
Insomma non so se la storia del calabrone sia vera, il fatto che vola perché non sa che non può volare, ma mi piace pensare di si, perché oltre a ricordarmi un certo modo di essere adolescenti, assomiglia anche a certe altre storie complicatissime.
Esistono perché i protagonisti non conoscono le opinioni, i giudizi i calcoli e le ragioni per cui non dovrebbero amarsi.
Si amano e basta.
Sarà per quello che alcuni raccontano che è come avere le ali.
Marco Randisi
Bella la “spina nel fianco della logica” 🙂
Grazie Marco!!