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COSTRUIRE IL NEMICO

COSTRUIRE IL NEMICO

Una delle disgrazie del nostro Paese è quella di non avere avuto nemici negli ultimi 60 anni.

Sembrerebbe uno slogan, una frase shock propagandata da qualche palco populista in cerca di consensi durante la campagna elettorale, una di quelle uscite acchiappa like dalla quale prendere poi le distanze con il solito “sono stato male interpretato” o “fuori dal contesto qualsiasi frase può essere demonizzata” e invece è la tragica riflessione con la quale si apre un saggio composto da uno tra i più conosciuti filosofi e scrittori Italiani, estrapolata (appunto!) dal suo “Costruire il nemico”, pubblicato nel 2011.

Ho provato a pensarci su, immaginando di poter chiedere ad Umberto Eco, scomparso diversi anni fa: “Dice davvero o sta solo pensando di candidarsi alle prossime elezioni? Perché nel secondo caso la capisco eh, così fan tutti..”

Da storico compassato probabilmente mi avrebbe risposto:

“Vede, già i Romani postulavano che per avere la pace ci si doveva preparare alla guerra..”

Vabbè, touché però come dire, erano altri tempi.

Oppure no?

Plinio condanna a morte i cristiani praticamente senza capi d’accusa, ma rifiutarsi di sacrificare all’imperatore stabilisce la loro diversità, Tacito dice degli Ebrei che sono strani perché non mangiano il maiale, non lievitano il pane e si sposano tra loro, il nero è brutto e cattivo perché dalla Grecia in poi “bello è anche buono”, secondo gli inglesi i francesi non sono che mangiarane, così come per gli americani noi siamo i soliti mangiaspaghetti, Trump (l’unico presidente a non aver partecipato a conflitti fuori dai propri confini) ha portato gli USA sull’orlo della seconda Guerra Civile, per non parlare della pandemia appena passata: da tutti uniti contro il virus del Covid alle campagne contro il vaccino per il virus del Covid!!

In fondo l’Avversario è uno dei tanti nomi usati per parlare del diavolo senza mai nominarlo…

Possibile che un gruppo debba eleggere uno o più nemici fuori dai propri confini per potersi riconoscere come tale? Non si tratterebbe solo di identificare un nemico e di combatterlo, ma di inventarlo e costruirlo appositamente da zero, pur di riuscire a mantenere coesione identità e status sociale..

Il nemico per eccellenza è perciò lo straniero, il diverso da noi (ma noi chi poi?) ma non è la sua minacciosità a renderlo diverso, piuttosto è il contrario!!

Sarà, ma per me lo straniero, ciò che mi è umanamente estraneo, è chi abbandona un ragazzo mutilato perché non è iscritto alla previdenza sociale, chi da’ 75 coltellate alla fidanzata che vuole lasciarlo, chi ammazza un coetaneo e poi se ne va in spiaggia a prendere il sole, e proprio quando caduti i grandi ideali del ‘900 sembrava che il mondo potesse aprirsi, popoli e società confrontarsi piuttosto che contrapporsi, eccoci qua: guerre mosse da dittatori e combattute da ragazzini, stati emblema della persecuzione volta all’annientamento che tentano di annientarne un altro, l’Europa pensata disegnata e rappresentata geograficamente sul planisfero come centro del Mondo che si ritrova piuttosto schiacciata tra i grandi del mondo, e non va bene nemmeno alla psichiatria, con il fine pensiero dei grandi psicopatologi ridotto a noiosa opinione.

Ma davvero non si può fare a meno di avere un nemico per definire la nostra identità, per avere un ostacolo col quale misurare il proprio sistema di valori, mostrando nell’affrontarlo tutto il proprio valore?

Davvero siamo condannati e dilaniati tra la spinta che ci muove al cambiamento, al futuro e all’incontro col nuovo (ricerca, conoscenza, desiderio ecc) e la convenienza che ci trattiene al presente lasciandoci quindi nel passato?

Non saprei dirlo bene, forse però c’è un però, che oltre a un avverbio potrebbe anche essere una buona notizia:

Non sono le destre o i nazionalismi sempre in cerca del nemico a mettere a rischio la democrazia, piuttosto il contrario, è la crisi della democrazia e della partecipazione politica ad alimentare certe derive perché un conto è votare e delegare una rappresentanza, un altro è abdicare il proprio voto e il proprio pensiero!

Sarà che tra poco iniziano le Olimpiadi ma mi viene da dire che la cosa importante è… partecipare!

Chissà, magari le immagini dei ragazzi provenienti da tutte le parti del mondo che si sfidano nella corsa, nel salto, nella lotta e a lanciare pesi invece di scaricarsi addosso razzi e caricatori sarà di aiuto.

In fondo i bambini non fanno la guerra perché sanno ancora giocare a farsi la guerra..

Come dice Paola Cortellesi nel suo splendido film allora coraggio.. c’è ancora domani!

Marco Randisi

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COSTRUIRE IL NEMICO
Foto scattata da: Nishant Das
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