CI VUOLE UN MOVIMENTO LATERALE…
Un altro anno allo sportello di ascolto è passato.
Ormai sono quattro anni che lo svolgo presso un liceo della provincia. E’ una esperienza che ti fa ritrovare l’adolescente che è in te perché è l’unico modo per parlare con i più giovani, per farsi capire e per capirli un po’.
E’ stata una esperienza quindi di riscoperta ma anche di scoperta perché i giovani sono nuovi, sono diversi, sono tutti da scoprire.
Sono stati davvero straordinari per la scuola questi ultimi anni.
Vogliamo parlare del 2020 con il lockdown e l’improvviso passaggio all’online che ha stupito tutti? Vogliamo parlare del 2021con l’alternanza dad si dad no e le tante crisi?
Vogliamo parlare di quest’ultimo anno? Ormai la novità non è più l’online, i ragazzi hanno colto subito le potenzialità di potersi collegare per parlare con lo sportello di ascolto dalla loro stanza, dall’aula accanto, dalla spiaggia.
Questo è l’anno della guerra. E’ l’anno della siccità. E’ l’anno di un ritorno ad una apparente normalità che sta devastando il pianeta. Ne stiamo parlando spesso su questo blog.
Dal mio osservatorio privilegiato dentro la scuola mi viene da guardare a come i ragazzi abbiano reagito a tutto questo.
E’ innegabile che un grande movimento di pensiero green ha avuto inizio grazie ad un’adolescente svedese che è stata contestata e derisa dal mondo adulto per molto tempo. Ma lei, Greta, quasi una giovane Cassandra, aveva ragione e lo vediamo tutti.
La sensazione è che manchi un po’ tra i giovanissimi quella dimensione collettiva forte e determinata che abbia voglia dialogare col mondo adulto. Parlo di volontà perché penso che ci sia una profonda sfiducia verso gli adulti. Per una serie di mancate risposte alle richieste dei ragazzi. Per una mancanza di interesse nel senso più bello del termine cioè impegno, attenzione, cura, curiosità, generosità.
Essere derisi e contestati, come Greta appunto, quando si è giovani solo perché si è giovani e si pensa, si lotta, si chiede e si pretende qualcosa che agli adulti non piace o non conviene è davvero difficile.
Manca la dialettica, quindi, perché manca l’interlocutore.
Ma perdere la visione pulita e la vitalità di quando si è giovani è anche peggio!
Forse manca, si è perso o non si è ancora sviluppato qualcosa. Manca un crederci, pensare di poter essere, di poter fare qualcosa.
A volte ricordo il mio idealismo giovanile e con esso la paura fortissima che avevo di perderlo diventando grande. Ne ero davvero spaventata come se fosse un destino inevitabile contro cui lottare.
Mi piace quello che hanno scritto proprio dei giovanissimi su questo blog “Noi i bordi vogliamo strapparli male…”. Penso che sia un punto su cui continuare a riflettere.
La dialettica con gli adulti, se gli adulti si aspettano solo che i più giovani diventino come loro, non può funzionare. Il movimento non può essere solo verso l’alto, o dall’alto.
Penso allora che si debba innescare un movimento per così dire “laterale”. Non è sostituendo semplicemente chi ci governa che cambieremo le cose. L’abbiamo visto, la rivoluzione del 68 è fallita con i ribelli divenuti i nuovi borghesi.
I più giovani devono trovare un loro modo, a questo punto mi viene da dire che più diverso sarà dal nostro, meglio sarà. Un movimento che li coinvolga tutti, che sia un “pensarsi sociali” per poter scoprire o riscoprire che si possono cambiare le cose. Perché insieme si è più intelligenti e più capaci e allora si può essere un movimento intelligente con una voce a cui non è più possibile non rispondere.
Maria Giubettini
Gli ultimi articoli di questo blog costringono ad una riflessione, come ritrovare l’adolescenza che è in noi ed essere adulti responsabili, starci!!! E mi viene in mente una lontana canzone di Gaber: “libertà è partecipazione”. Oggi più che mai é necessario. Il Covid, la guerra, la politica e la loro gestione , ne vogliamo parlare? Forse dovremmo cominciare da questo blog, partecipando più attivamente, aprendo un dialogo con le risposte, con le riflessioni che nascono leggendo le proposte di lettura, non lasciando inascoltate Maria, Luigia, Gioia ma rispondendo a quella piccola bollicina che chiede “ c’è qualcunoooo?” Forse è poco ma io ci sono
Certo che è necessario!
In qualunque direzione uno lo muova, il primo passo magari non ti porta dove vuoi, ma ti sposta da dove sei..
Ci sono anch’io