ARMI, ACCIAIO E MALATTIE (MENTALI)
Parecchi anni fa ho letto IL libro di un biologo Americano, Jared Diamond, che cercava di rispondere attraverso una complessa e affascinante ricerca storico-antropologica ad una domanda apparentemente semplice, di quelle che potrebbe fare un bambino: “Perché sono stati gli Europei a conquistare il continente Americano e non il contrario..?” che in effetti suona un po’ come “Perché le zebre hanno le strisce..?”
Le conclusioni cui è giunto nel suo saggio, che nel 1998 gli è valso il premio Pulitzer, sono racchiuse nel titolo preso in prestito per l’articolo di oggi: Armi, Acciaio e Malattie
In sostanza l’autore sostiene che circa 15.000 anni fa nelle popolazioni che abitavano la Mezzaluna fertile avvenne un passaggio fondamentale per le società umane: da cacciatori-raccoglitori divennero allevatori-coltivatori.
L’interruzione del “nomadismo alimentare” cioè il doversi spostare per cercare nuove riserve (oggi verrebbero chiamati “migranti economici”) avrebbe dato il via alle prime popolazioni stanziali, ai primi accumuli di provviste e ai primi beni da difendere (da cui una nuova stratificazione sociale, i guardiani, prozii di poliziotti, eserciti ecc.) e così sarebbe cominciata la necessità di armarsi per difendere le proprietà..
Lo stretto contatto tra allevatori e animali poi, avrebbe dato inizio alla trasmissione del vaiolo bovino, favorendo lo sviluppo di anticorpi ben prima delle popolazioni Indo-Americane (che al tempo della scoperta-conquista dell’America erano ancora dedite alla caccia al bisonte), che vennero raggiunte grazie a navi in grado di attraversare l’oceano (l’acciaio ne rinforzava gli scafi) “cacciate” con armi da fuoco, e infine decimate attraverso la diffusione di malattie (tra cui il vaiolo appunto) con la distribuzione di coperte infette..
Insomma lo sviluppo della società piramidale, la necessità di difendere territori e proprietà, e la comodità di non doversi più spostare per cercare cibo avrebbero portato al mondo per come oggi lo conosciamo, con gli Stati Uniti d’America fondati da colonizzatori inclini allo sterminio dei popoli indigeni (diversi?) più che da eroi-esploratori.
Ora, da questa matrice deriva uno dei più famosi e discussi emendamenti della loro Costituzione, quello che difende il diritto di ogni cittadino di possedere un’arma da fuoco: ma bastano degli avi belligeranti e due righe di inchiostro a giustificare il più alto numero di sparatorie di massa dell’intero pianeta?
Nemmeno gli antichi Romani andavano in giro per l’Europa a fare i turisti, eppure..
Uno dei dati che colpisce di più è che dal 2013 in America ci sono più armi che abitanti (mediamente 120 ogni 100 abitanti) e si calcola che l’88% dei cittadini ne detenga una, ma nemmeno questo basta a “spiegare” il fenomeno visto che in Serbia, Yemen, Arabia Saudita e Finlandia (si esatto, non ci credevo nemmeno io, è di poco sopra l’Iraq) si stima che la percentuale della popolazione che possiede una o più armi va dal 58% al 34%.
In nessuno di questi Paesi si registrano accadimenti anche solo simili a quelli made in USA
Che le lobby perseguano i propri interessi e abbiano una loro responsabilità più o meno diretta d’accordo, ma nessuna di esse attecchirebbe se non ci fosse una “cultura” (colere, coltivare appunto) per così dire fertile, eppure penso che non basti nemmeno quello. Anche allevare, per così dire i giovani con precetti o convinzioni di per se non può essere sufficiente, perché nessun ragazzo sano di mente si alza una mattina per andare a scuola amato come Rambo e si mette a sparare a casaccio, nemmeno fosse in un videogame..
Insomma non sarà che forse c’è anche dell’altro?
Se i “valori” di una nazione (l’etica Calvinista dei padri fondatori, guarda caso basata sull’utile) così come la circolazione indiscriminata delle armi non sono in grado di spiegare un simile comportamento, allora forse il cerchio si restringe: che la malattia mentale venga negata, misconosciuta (Trump dopo l’ultimo episodio di Uvalde in Texas ha subito tuonato contro il Male da combattere ed estirpare) o “scotomizzata” dalla psichiatria Nordamericana basata solo sul comportamento, in genere “normale” fino al momento del fatto, e sulla distribuzione di psicofarmaci a pioggia?
Nessuna teoria complottista, nessuna evidenza di “minoranze etniche non integrate” perché la maggior parte dei mass-murder sono cittadini Americani (bianchi), semmai un filo comune è la presenza di certi fanatismi deliranti di cui spesso si legge, che però non vengono praticamente mai ricondotti a gravi patologie psichiatriche come la schizofrenia paranoide, peraltro “sparita” dall’ultima edizione del DSM.
Una cultura insomma in cui brutalità e atrocità “umane” sono accettate, in cui si discute sui rimedi e non sulle cause, e in cui si finge di pensare forse per impedire di pensare..
E’ Come se ci fosse qualcosa di orrendo che serpeggia in una società così funzionante e performante, così attenta alle leggi ed alle sue punizioni (prima democrazia al mondo per numero di arresti e di condanne a morte) cosi materialista e positivista da vedere nell’essere umano solo cellule e comportamenti, ma in fondo così terrorizzata dall’angoscia che vi sia qualcosa di ignoto e indicibile (incurabile?) da non riuscire nemmeno a chiamarla per nome.
Sembra insomma che ci si debba rassegnare che prima o poi potrebbe capitare a chiunque, magari perché il ragazzo di turno era vessato, frustrato, taciturno o comunque poco socievole, per cui la logica razionale e cortocircuitale della paura/protezione /armi (che poi somiglia tanto a occhio per occhio dente per dente) porta a proclami quali “per proteggere le scuole armiamo i professori”
D’accordo importare gas e petrolio, ma certe idee vanno rifiutate con forza, perché al sistema-america sembrano piacere anche altre armi: la cancellazione della legge sul diritto all’aborto riporta la storia al secolo scorso (forse nel tentativo di rincorrere il calendario di Putin, convinto com’è di poter ripristinare lo Zar) così che le vittime saranno ancora una volta sempre le stesse: i bambini, nelle scuole, e le donne, dovunque.
Forse però gli Stati Uniti non sono poi così uniti visti i movimenti di protesta e di ribellione contro la decisione della Corte suprema, che spero esprima la violenza di pochi giudici iper-reazionari e ultracattolici.
Fare come se il tempo, le persone ed il pensiero umano non fossero mai esistiti è infatti un sintomo grave, ma la malattia mentale, se si prova a conoscerla, è tutt’altro che imprevedibile.
Si può prevenire, e pensa un po’ persino curare.
Marco Randisi
“E’ Come se ci fosse qualcosa di orrendo che serpeggia in una società così funzionante e performante, così attenta alle leggi ed alle sue punizioni…cosi materialista e positivista da vedere nell’essere umano solo cellule e comportamenti, ma in fondo così terrorizzata dall’angoscia che vi sia qualcosa di ignoto e indicibile (incurabile?) da non riuscire nemmeno a chiamarlo per nome”.
Mi colpisce questa sintesi che hai fatto, mi sembra ci sia tutto..