LA REGINA E’ MORTA. VIVA IL RE !
…Ma Elisabetta II che immagine femminile è?
Giovedì 8 settembre la notizia della morte della regina d’Inghilterra, Elisabetta II, ha fatto velocemente il giro del mondo, interrompendo con una impressionante forza mediatica l’ordinaria quotidianità di un pomeriggio settembrino. Immediate le reazioni dovute di capi di Stato o personaggi illustri ma anche la curiosità, talvolta morbosa, della gente comune. Del resto il “sangue blu” non è per tutti e comunque, che ci piaccia o no, Elisabetta II è stata certamente una protagonista importante del XX secolo. Eppure questa prosopopea celebrativa della grandezza politica e umana della regina mi infastidisce. Non entro nel merito delle questioni geo-politiche ma mi viene da riflettere sull’immagine di donna che, inevitabilmente, Elisabetta ha rappresentato (anche se insomma… l’Inghilterra del Novecento è stata ancora parte attiva del colonialismo, con tutti i risvolti violenti e razzisti che questa “meravigliosa” pagina di storia ha portato con sè….o no? Eh niente però, in questa fase di adorazione a dirlo si pecca di lesa maestà!).
Sarà perché di mestiere faccio l’insegnante ma sono fermamente convinta che un’immagine pubblica ha un forte potere suggestivo e pertanto è fonte di responsabilità per chi la rappresenta ma anche per chi la propone come modello. Ma questa donna che immagine è stata e perché io, povera comune mortale (dal sangue meravigliosamente solo rosso) dovrei celebrarne la grandezza o accettare acriticamente che altri lo facciano?
Certo essere la regina d’Inghilterra non è facile ma nell’interpretare il suo ruolo, riproponendo anacronistici e rigidi modelli ereditati, la regina ha annullato completamente la donna. Subordinando gli affetti ai “protocolli” ha imposto a tutti i suoi familiari l’obbligo di una vita “per la forma”, privandoli così della possibilità di realizzarsi secondo le proprie esigenze. Basti pensare alla triade Carlo/Diana/Camilla che ha fatto la storia del gossip per un ventennio ma che, a ben guardare, è terribilmente tragica, perché è la storia di una castrazione degli affetti, di una impossibilità per i suoi sfortunati protagonisti di scegliere come vivere e chi amare, manco avessero vissuto nel Medioevo!
Mi viene allora in mente il bellissimo sorriso di Lady Diana….la famosa “principessa del popolo”. Lei sì che, a mio avviso, può essere considerata un’icona, perché in fondo, con tutte le sue fragilità, ha cercato di proporre un’immagine moderna di principessa e di donna. Ha lottato per proteggere gli affetti e soprattutto ha rivendicato il diritto di poter essere, vivere e amare, nonostante il ruolo. Lo ha fatto bene? Male? Non ha alcuna importanza, Lo ha fatto…. E si è pure concessa il lusso di innamorarsi di Dodi… un mussulmano…roba da infarto nelle stanze reali!
Eh sì, mi sa che i primi giorni di scuola finirò anche io per parlare con i miei studenti della regina Elisabetta II….ma proverò a raccontargli un’altra storia…
Sara Lazzaro
Cara Sara, condivido le tue riflessioni sulla regina, ma non riesco a vedere Lady D come una bella immagine di donna. Giovane e bella ha spento il suo sorriso sposando un uomo pur sapendo che amava un’altra donna, un uomo che conosceva poco in cambio della possibilità di diventare principessa… per poi forse pentirsene e, a modo suo, ribellarsi. Ma diciamocelo, chi gliel’ha fatto fare?
Cara Maria,
Concordo sull’idea che Lady Diana si sia lasciata sedurre dalla possibilità di diventare principessa e abbia sposato un uomo che in fondo nemmeno conosceva….ma chi non ha fatto qualche stupidaggine o qualche scelta poco sensata, soprattutto da giovane?….Mi è sempre piaciuto di lei, però, il coraggio che ha avuto, in seguito, nel rifiutare di subordinare le relazioni affettive ai protocolli e agli apparati ….è stata comunque un’immagine di ” rottura”, a mio avviso, soprattutto rispetto al modello femminile rappresentato da Elisabetta II.