PILLETTES E LUSTRINI
Caro Papillon,
in questo periodo il femminicidio sta diventando una realtà sempre più presente e ammiro come in questo blog l’attenzione è rimasta alta sull’argomento. La storia di Giulia ci ha messo a dura prova, non so bene perché lei più delle altre, ci sta facendo riflettere e ci fa porre molte domande e apre gli occhi su realtà a me vicine.
Avevo un’amica solare, divertente e premurosa, non perdeva occasione per divertirsi, amava vestirsi con paillettes e lustrini, al centro della pista della discoteca brillava.
Ha sempre avuto però una gran fretta di trovare un compagno, che “la salvasse e le desse l’opportunità di metter su famiglia” non lo diceva apertamente ma il suo atteggiamento parlava per lei. Come fosse un dovere imprescindibile al quale non poteva assolutamente rinunciare, non riusciva ad immaginare la sua vita senza un matrimonio e dei figli. Tutto programmato e pianificato a tavolino. Ero basita di questo suo pensiero che non includeva un sentimento per me essenziale…l’amore. Ricordo anche un periodo, non avendo un fidanzato, era disposta a fare una vacanza lontana e rimanere incinta di qualche sconosciuto prima che le lancette del suo orologio biologico segnassero la fine.
Poi arriva un ragazzo che inizia a darle attenzioni che lei tanto aveva cercato nei rapporti disastrati precedenti. Nel giro di pochi mesi lui si trasferisce a casa sua e lei finalmente corona il suo sogno rimane in cinta e poco dopo si poseranno.
Quella casa che fino a poco prima era piena di gente, musica, risate, giochi e chiacchiere, un punto di riferimento per tutti noi amici, diventa vuota e silenziosa.
Lui è molto presente e invadente nella sua vita, inizialmente con fare cortese e gentile la allontana a poco a poco dai suoi amici più cari, le sue passeggiate con me, che le sono rimasta più vicina, si diradano e le scuse per non vedermi diventano sempre più assurde.
I suoi vestiti scintillanti si trasformano in tute e pigiami da mettere in casa per accontentare lui che non ama allontanarsi e divertirsi.
Mi mancano le nostre risate e le chiacchiere infinite davanti ad un bicchiere di vino, nel tempo invento quindi delle trovate per stare con lei, vado a trovarla sul posto di lavoro, andiamo al supermercato insieme, attendo con lei l’uscita delle bambine fuori scuola, che nel frattempo sono diventate due.. insomma tutti posti che può frequentare liberamente. Ma lei è sempre più stanca e sopraffatta da tutto e continua a non avere tempo per se stessa.
Nell’ultimo nostro breve incontro, sempre di corsa e con la fretta di scappare a casa prima che lui si arrabbi, non fa in tempo a salutarmi che arriva una sua telefonata…. Da quel telefono escono solo urla, la sta rimproverando perché è in giro da troppo tempo. Lei cambia volto, è quasi pietrificato, la voce le trema cerca di far finta che vada tutto bene.. si allontana ma non è sufficiente, ho sentito tutto!
Ancora una volta lui è violento e la tratta malissimo. Deve tornare a casa da lui, deve aiutare le bambine con i compiti, deve preparargli la tavola, deve servirgli la cena, deve ricordarsi di fargli il caffè prima che lui lo chieda a fine pasto seduto a capotavola. Deve difenderlo e dargli ragione quando lui si impone con autorità con le figlie. Deve pianificare le ferie in base alle sue esigenze, non po’ andare al cinema quando vuole, prima gli impegni di famiglia, poi se c’è tempo si vedrà. Non deve riprenderlo se lui esagera con l’alcool, rischiando incidenti in macchina, lui ha bisogno di rilassarsi! Lo tiene a bada sempre e non le racconta molto di sé, ha paura di farlo innervosire. Una lista di doveri e imposizioni, non c’è spazio alla libertà e al dialogo, complicità e gioia di vivere non esistono.
Non ho mai smesso di far finta di niente e sdrammatizzare quanto sta accadendo all’interno di quella gabbia dorata che la mia amica ha cercato disperatamente di costruire. Mi chiedo a che prezzo?
Ed è difficile affrontare con lei ogni volta l’argomento, trovare le parole giuste che non spezzino il suo cuore già ammaccato, quando lei continua a ripetere “che è tutto normale..va bene così…so come prenderlo”.
E’ faticoso assistere a questo spettacolo terrorizzante soprattutto in un momento come questo.
Voglio riavere l’amica piena di vitalità con i vestiti scintillanti che balla libera.
Laura
Cara Laura
È vero! Quant’è difficile trovare il modo, le parole, la carezza che può aiutare. Chi siamo noi per intervenire? E come si può rimanere a guardare senza poterlo fare? E anche se riuscissimo a farlo, servirebbe? E aiuta di più rimanere o andare via?
Racconti bene la frustrazione e la tristezza…
Grazie Maria!!!! Si le domande sono tante, come è tanta la paura di sbagliare in qualche modo. Ma come si fa a rimanere impassibili?!