IL PREMIER “DONNA”
E se l’Italia avesse una premier donna? Sembrerebbe una bella cosa, e invece no.
I pensieri vanno alla ricerca che tento con fatica di fare da sempre sull’essere donna. Cosa significa? Cosa comporta? Davvero possiamo credere che donna significhi “semplicemente” madre e moglie?
Cosa rischiamo se una persona che difende la sovranità nazionale e la famiglia tradizionale (nonostante la convivenza more uxorio e la figlia fuori dal matrimonio… ma lasciamo perdere le contraddizioni!), che attacca il diverso e limita i diritti delle donne guiderà il governo?
L’aspetto che più mi fa paura è questa immagine di donna che viene fuori, che molti italiani apprezzano e, aimè, voteranno. Rabbia, violenza, aggressività, occhi spalancati e mani tese… forse, grazie alla Meloni, oggi mi è più chiaro cosa si può diventare quando ci si allontana dalla propria identità femminile, dalla realtà umana.
E questa ricerca diventa per me fondamentale nel percorso di fecondazione artificiale che ho intrapreso; donna e quindi mamma o donna nonostante l’essere mamma… come si fa?
“Se avessi cercato un figlio quando ero più giovane forse non avrei avuto bisogno di essere aiutata” … è un pensiero che fanno in molti quando racconto le mie vicissitudini tra punture e bombe ormonali, ma io prima non potevo permettermelo!
E cosi ho aspettato, sono arrivata a 40 anni e finalmente questo desiderio si è fatto strada in un modo nuovo, facendo l’amore con un uomo meraviglioso.
Perché dopo anni ad aspettare di essere pronta oggi sono disposta ad accettare che non lo sarò mai, quantomeno non prima di ritrovarmi in quel rapporto; con un neonato che pretende di essere tra le braccia della donna più bella del mondo.
Maria Pranzo
Poche parole nella tua lettera Maria, ma quante proposizioni, c’è dentro un mondo. E penso a tutte le donne che nella storia hanno lottato e quanto hanno subito, vogliamo tornare indietro a Ipazia o guardare oggi alla campionessa Linda Cerruti sommersa da insulti sui social per una bellissima foto che la ritrae, insieme alle 8 medaglie, nella posa con cui aveva iniziato il suo esercizio durante il primo Europeo della sua vita? E poi penso alla Meloni e mi vengono i brividi sulla pelle.
Carissime condivido i vostri pensieri e timori… Quello che vorrei dire é che prima di essere una questione di genere la scelta di votar un leader politico dovrebbe basarsi sulle competenze, sulla formazione, e in base a quale visione lui/lei abbia della societá e degli essere umani. Essere e non fare.. come ricordava un’articolo qui sul blog di qualche giorno fá.. Beh, in politica serve anche il fare che indubbiamente é molto legato ad un certo modo essere, di sentire… credere a valori come eguaglianza, fratellanza e non fraternitá…diritti civili che devono essere alla base della politica. E su questi ultimi non ci siamo proprio.. Dalla maternitá alla genitorialitá… all’immigrazione.. al diritto all’aborto.. Una leader che non sá distinguere (o forse non é che non lo sa’ ma vuole confondere) la differenza tra devianza e malattia mentale e risolverebbe il problema reintroducendo il servizio di leva, é questo che il paese che vogliono?? Sembrano discorsi del 1900… molto pericolosi. Mi auguro che non tutte le donne si sentano rappresentate dalla Meloni. Mi “illudo” che se tutte le donne non la votano come dice qualcuno potremmo fare la differenza.. Ho visto video di alcune giovani ragazze che per strada strappavano i poster elettorali con il volto della Meloni. Prendiamo piuttosto ad esempio un’altra donna, la leader finlandese Sanna Marin che mentre balla e canta ha dato il via alla riforma del congedo parentale di 160 giorni per entrambi i genitori nel quale non vi è al suo interno alcun riferimento al sesso dei genitori, né al fatto che essi siano biologici o adottivi. Che bel risulta
to! E cosi mi sono chiesta: ma perché nel suo paese ha dato tanto fastidio vederla ballare e
cantare ? “Troppo” libera, chissá…