Andiamo in onda. Cosa sappiamo davvero del suono?
“È una cosa bellissima tutto questo studio, anche se per tanto tempo non riuscivo a capire, a sentire l’intonazione con le orecchie, annaspavo nel vuoto perché muoversi sulla tastiera del violoncello è come camminare su un filo sospeso nell’aria in una stanza buia. È la descrizione più esatta. Che paura. Le orecchie, ovviamente, giocano un ruolo importante per tenere l’equilibrio e senza il loro corretto riferimento manca qualche pilastro (si va un po’ a caso) ma ascoltando ancora più in profondità si arriva a toccare il cuore del suono, che è vibrazione. Si può uscire da lì. Quando le note sono intonate si crea una ‘terza vibrazione’, lo strumento prende vita e la si percepisce scorrere. È una ricerca continua di quella vita, nota dopo nota, è quello che appaga dopo tanta fatica…e fa andare via la paura”. Da un post di Giulia Mazza del 21 giugno su facebook. Se non conoscete la sua storia potete trovarla sul sito di Rai Play nella trasmissione di Domenico Iannacone CHE CI FACCIO QUI, dal titolo Giulia e Giulia.
F.T.
E’ proprio così, si entra in sintonia con quella vibrazione, lo strumento diventa una parte di te e la fatica scompare per lasciare spazio alla meraviglia di sentire quella vibrazione sempre di più, sempre meglio. Difficile dirlo meglio di come ha fatto Giulia. La ricerca di quel suono, di quella vibrazione che ti fa trovare qualcosa di profondo di te stesso è quello che muove tutto, il senso della musica