“…SI PUO’ MENTIRE CON LA PAROLA, MA NON CON LA VOCE E LE SUE SFUMATURE…” Intervista alla dottoressa Giuliana Pisanu
“…Ad uno ad uno parlano in presenza di tanti ed io ascolto osservando l’espressione del volto, il tono della voce più o meno alta o bassa, la postura. Al suono della voce nascono nella mia mente immagini..” Massimo Fagioli
Ci troviamo a parlare di Voce proprio nel mese di Aprile perché esattamente nella giornata del 16 Aprile ogni anno, dal 1999, si festeggia la giornata mondiale della voce (World Voice Day). Iniziativa nata in Brasile, che ha coinvolto studiosi del linguaggio, medici, insegnanti di canto. Questo è dunque un momento finalizzato alla promozione e cura della voce. Cerchiamo di addentrarci in questo meraviglioso mondo che si chiama VOCE e lo faremo con Giuliana Pisanu, Logopedista esperta in Vocologia Clinica e Presidente del Gruppo Italiano Vocologi Clinici (GIVoC), un gruppo che racchiude foniatri, otorinolaringoiatri e logopedisti accomunati dalla stessa passione per lo studio e l’approfondimento in ambito vocale.
Dottoressa Pisanu, cos’è la voce? La voce è la modalità più semplice ed economica per comunicare, è lo strumento che da’ suono e forma ai nostri pensieri, al nostro linguaggio. È la forma di comunicazione più primitiva che veicola la nostra interiorità poichè indica «come sto» (in senso fisico) e «come mi sento» (in senso emotivo). E’ uno dei principali elementi che definisce la mia identità, definisce “chi sono” sia in termini assoluti in riferimento a caratteristiche fisiche (per esempio maschio, femmina, anziano, bambino) sia in termini relativi rispetto al ruolo che assumo in un determinato momento (per esempio moglie, madre, amante, direttore, insegnante ecc..) poiché è collegata alla necessità di essere nel mondo e testimoniare “acusticamente” che esistiamo, ci identifica come unici e ci rende come portatori di un nostro significato.
E’ importante allora prendersene cura ogni giorno affinché la voce con cui ci presentiamo sia il più possibile eco del nostro sentire, senza essere alterata da fattori emotivi, fisici, stress o fatica.
In che modo il logopedista si occupa della voce? Il logopedista esperto in voce si prende cura della persona con una presa in carico a 360°. Credo fermamente che questo sia alla base della presa in carico di qualsiasi tipo di disturbo, ma in ambito vocale il disagio che la persona esprime è amplificato, poiché come detto in precedenza il mezzo che veicola la nostra interiorità. Può essere considerata il mio bigliettino da visita perché attraverso la mia voce dico tanto di me, in maniera variabile non stabile ovvero non sempre allo stesso modo. Questo a conferma che la “la voce non è qualcosa che abbiamo ma qualcosa che produciamo” e viene prodotta in maniera sempre diversa. Varia in funzione dello stato di tensione in cui mi trovo, della stanchezza che avverto, dell’interlocutore a cui mi rivolgo, del contenuto che sto esprimendo ecc..
Il primo incontro è costituito dalla valutazione, la voce è un fenomeno multidimensionale e in quanto tale lo dobbiamo analizzare, per cui si andrà a condurre un’indagine su quello che è lo stile di vita del paziente cercando di mettere in relazione l’eventuale personalità e l’uso che fa della voce, si andrà ad effettuare un’osservazione clinica del comportamento vocale, un’analisi percettiva ed elettroacustica ed infine si andrà ad indagare attraverso questionari di autovalutazione quale è l’impatto che tale disagio ha nella qualità di vita dell’individuo. La raccolta di tali dati consente di delineare un percorso di rieducazione/riabilitazione che accompagnerà il paziente alla riconquista di una voce eufonica, cioè di un’emissione non sempre perfetta, ma la produzione della miglior voce possibile emessa in modo naturale e con il minimo sforzo possibile, in presenza di determinate condizioni anatomo-fisiologiche.
In quali ambienti si sviluppa il suo intervento? Sono molteplici gli ambiti di intervento: prevenzione ed educazione all’interno delle scuole, come atletismo per renderla efficace ed efficiente di fronte a particolari richieste professionali (es. cantanti, attori…) in assenza di patologia, in ambito riabilitativo e rimediativo in presenza di patologia.
In età evolutiva, adulta e senile perché la voce cambia con l’età, il corpo infatti con il passare degli anni invecchia e ciò accade anche alla laringe. Le variazioni più evidenti si registrano in particolare durante l’infanzia, quando la voce è prodotta da delle strutture di dimensioni decisamente ridotte rispetto a quelle dell’adulto, per tale fragilità dell’organo và dunque rispettata e protetta in questa particolare fascia d’età adattando le richieste. Un altro momento delicato poiché viene definito di transizione è l’adolescenza in cui si assiste alla cosiddetta muta vocale. Infine con l’invecchiamento si assiste ad una involuzione della funzione (presbifonia), anche qui una serie di cambiamenti strutturali e funzionali possono portare ad una vera e propria crisi di identità.
Quale è secondo la sua esperienza, il rapporto tra la voce e le emozioni (anche considerando la problematica in assenza di un danno organico)? E’ strettissimo: la voce esprime senza veli in maniera diretta le nostre emozioni a differenza della parola che esprime i nostri pensieri. E’ un indicatore affettivo e svela le variazioni d’umore presenti nel qui ed ora. Si può mentire con la parola, ma non con la voce e le sue sfumature: la modulazione, il tono, le pause, i silenzi, la velocità, (A. Cimmino, R. Sperandeo, Il Counseling nella terapia logopedica).
Cito: “Talvolta ascolto le voci senza lasciarmi distrarre dalle parole che contengono.
In quei momenti sono le anime che sento. Ciascuna ha la vibrazione che le è propria. ” (Christian Bobin).
Dopo questa intervista mi vengono moltissimi altri spunti su cui sarebbe interessante soffermarci; penso ai neonati che non comprendono il linguaggio articolato e reagiscono ad un sentire interno e si lasciano cullare dal suono della voce di chi li accudisce(Il Linguaggio. Un mondo interiore). Nel loro primo anno di vita che non è caratterizzato dal linguaggio verbale, non solo sono assolutamente in grado di percepire il mondo esterno con infallibile sensibilità, ma sviluppano la loro identità fin dalla nascita e in seguito la loro voce, che poi si esprimerà anche con l’uso del linguaggio e sarà la rappresentazione della loro immagine interna. E’ questa immagine interiore che consente loro di esprimersi fin dalla nascita anche senza l’uso delle parole.
CHI VUOLE APPROFONDIRE PUO’ LEGGERE LE DEFINIZIONI CHE SEGUONO
La voce “E’ una sonorità (suono, rumore o entrambi) prodotta direttamente o indirettamente dal corpo umano con valenza informativa o comunicativa.” (O. Schindler, La voce. Fisiologia patologia clinica e terapia)
E’ suono quando si presenta (o meglio percepisce) come un segnale acustico caratterizzato da 3 parametri fondamentali Altezza, Intensità, Timbro. Si genera attraverso il passaggio dell’aria in uscita in fase espiratoria (mantice) tra le corde vocali (sorgente) e le soprastanti cavità di risonanza (filtri). Perché ciò avvenga è necessario un’integrità anatomica e funzionale degli organi che costituiscono mantice-sorgente-filtro.
E’ rumore in presenza di una sorgente costituita da tutto ciò che è diverso dalle corde vocali, pensiamo alle laringectomie totali in cui puoi avere una “voce di sostituzione” in cui la sorgente è costituita dal tratto ipofaringeo-esofageo che produce un rumore che viene articolato in parola; o ancora “voce vicariante” in cui il generatore del suono è costituito da una protesi tracheo-esofagea.
E’ suono+rumore in presenza di una sorgente costituita da corde vocali che presentano un funzionamento alterato (tutte le disfonie disfunzionali e/o organiche).
Per disfonia si intende un’alterazione qualitativa o quantitativa della voce, per una qualsiasi causa. La disfonia può avere origine organica o funzionale.
DISFONIA ORGANICA: disturbo dovuto ad alterazioni morfologiche o neuromuscolari dei tre apparati deputati alla produzione vocale, nello specifico alterazioni anatomiche a carico del piano glottico o corde vocali, esiti di chirurgia oncologica laringea, turbe della motilità a carico del nervo ricorrente, disturbi neurologici. DISFONIA DISFUNZIONALE: disturbo del comportamento fonatorio legato ad un difetto di coordinazione dei diversi organi deputati alla fonazione in assenza di alterazioni morfologiche, neuromuscolari e turbe motorie. DISFONIA MISTA: disturbo combinato di difficoltà diagnostica e a maggiore complessità terapeutica.
Vorrei concludere ringraziando personalmente la dott.ssa Giuliana Pisanu per il suo prezioso contributo e nella speranza di aver suscitato l’interesse ad approfondire un tema così vasto e affascinante, vi lascio le parole di una persona a me molto cara: “So come ti senti, lo riconosco dalla tua voce”.
Valeria Verna
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“…Ad uno ad uno parlano in presenza di tanti ed io ascolto osservando l’espressione del volto, il tono della voce più o meno alta o bassa, la postura. Al suono della voce nascono nella mia mente immagini..” Massimo Fagioli
E’ un bellissimo articolo. Grazie! Lo condivido su fb. Rosalba
Grazie Rosalba!