FAIAH.J, LA PIU’ FIGA DEL QUARTIERE!
E’ un pò che voglio scrivere qualcosa su Faiah El Degwy, venticinquenne (più o meno) italo-egiziana, ad oggi 61.8mila follower su Instagram https://www.instagram.com/faiah.j/, 118.233 su facebook https://www.facebook.com/FaiahElDegwy, rapper, medico in specializzazione, un’ esplosione di simpatia ed esuberanza.
La “scopro” perché gira un suo post su fb. Era fine dicembre 2019, ancora laureanda Faiah era appena stata bocciata all’appello di neurologia, era veramente nera ed aveva postato un dissing non proprio gentile sulla sua esperienza e cosa pensava della bocciatura: “Amici, dopo aver studiato neurologia fino al 23 dicembre ed essere stata gentilmente segata, dovevo sfogarmi, per cui questo dissing è stato realizzato in un’ora, un’ora piena di rabbia, in cui o dissavo qualcuno o me facevo arrestà. Ho scelto la prima. Buona visione.” (qui https://www.instagram.com/p/B6ifIDDo2Tf/ oppure qui https://www.facebook.com/watch/?v=1527860414033246).
Ero rimasta affascinata da come questa ragazza fosse riuscita a far diventare la sua delusione arte. Perché quel pezzo rap era veramente bello, entrava subito in testa e lei aveva (e ha) una voce e un senso del ritmo eccezionali e viveva le sue emozioni, raccontando ed esprimendosi con libertà ma senza volgarità. Per intenderci, non è che non ci fosse qualche parolaccia, è pur sempre un dissing, ma come dire, anche le parolacce non erano volgari, erano semplicemente espressione di un linguaggio che è necessario per poter arrivare semplice e diretto, ma non erano gratuite, rabbiose o violente: ecco, quello che mi colpiva è che non c’era stata una reazione violenta alla delusione, ma anzi, c’era stato solo un rifiuto sdegnato di quella che era stata vissuta come un’ingiustizia.
La cosa poi è andata avanti, il professore anche lui incredibilmente ha reagito con ironia – anche se con molta meno efficacia rispetto a Faiah e certamente senza spontaneità – e ci sono stati due dissing del professore (qui https://www.facebook.com/watch/?v=618159402326741 e qui https://www.facebook.com/watch/?v=532273160970433) e uno di Faiah che, con il suo stile diretto e senza compromessi, lo manda a stendere e chiude la faccenda con delle sarcastiche “sentite scuse” (quihttps://www.facebook.com/watch/?v=1023366268030368 oppure qui https://www.instagram.com/p/B6vKA2QIZWC/).
Ho iniziato così a seguire le storie di Faiah sui social, sono “entrata” nella sua vita, che lei tranquillamente posta ogni giorno, trasformando la quotidianità in aneddoti divertenti, in musica, dicendo e facendo quello che le passa per la mente senza filtri. Ho “vissuto” con lei sue reazioni al lockdown e alla quarantena l’anno scorso, i dissing “stattene a casa”, “quarantena parte 2” e “perdonali” (qui https://www.instagram.com/p/B9efqvsoCLx/ e qui https://www.instagram.com/p/B9mMwb5oSAj/ e qui https://www.facebook.com/watch/?v=634416697117058): una reazione bellissima, non depressiva, intelligente, di movimento “interno”. E ho seguito le sue dinamiche con gli amici e la famiglia, anche qui interessantissime, perché la famiglia di Faiah va proprio raccontata, come bellissimo esempio di integrazione riuscita: il padre, egiziano e musulmano, ma anche il fratello, pieni di ironia, di rispetto e orgoglio per la figlia/sorella, sono quanto di più lontano dallo stereotipo del mussulmano-integralista-odiatore di donne. La madre (italiana), anche lei, manco a dirlo, ironica, è una realizzatissima insegnante, con una sua precisa identità rispettata dal marito e non è certamente “sottomessa”. Il padre e la madre sembrano essere riusciti a vivere e a far vivere ai propri figli quella “fusione” culturale purtroppo a volte per niente scontata, che appare per quello che è che deve essere: normale. Talmente normale che fa apparire quasi inutile riflettere su qualcosa che è ovvio. Perché è vero, è scontato, è ovvio ed è molto bello. E la loro vita ce lo racconta bene.
Ma la cosa più bella di tutte che voglio raccontare di Faiah è un’altra, e mi permetto di farlo solo perché lei lo ha reso pubblico. Recentemente, dopo essere stata ricoverata e aver avuto una notizia tremenda (diagnosi di malattia degenerativa), a cui ha reagito con coraggio e grinta e la sua solita autoironia, Faiah s’è anche beccata il covid (per fortuna asintomatico) ed è dovuta stare in isolamento, anche a capodanno tra l’altro. Sarebbe potuta crollare, avrebbe potuto essere la goccia che fa traboccare il vaso, già pieno di un fardello pesante, anche se portato con leggerezza. E invece ogni giorno, tutto il giorno, era un continuo di storie divertenti, balletti e disco improvvisate, aneddoti anche sulla vita chiusa nella stanza, sulle assurdità della burocrazia medica, sulla sfiga che la perseguita… mi dispiace non avere link da condividere per vedere con i vostri occhi la capacità di reagire di questa ragazza, ma ve la dovevo raccontare, perché è veramente un esempio fighissimo di resistenza, di vitalità; non annulla i suoi problemi, non trova scorciatoie, no: lei il problema se lo vive pienamente, lo sdrammatizza e lo condivide, e lo dice serenamente, “M’agg cagat u cazz”, crea la sua “Opera” (https://www.instagram.com/stories/highlights/17922773195091371/ ), per passare il tempo, e anche per dire quello che pensa, senza rabbia, a chi non si è vaccinato e l’ha messa a rischio. Si libera del peso, lo rende sopportabile e lo trasforma in bellezza. Lei ama definirsi la più cattiva del quartiere, per me è decisamente la più figa del quartiere. Grande Faiah!
Luigia Lazzaro
La seguo anche io da un po’ e concordo in pieno con quanto hai scritto, specie per la reazione avuta a Covid/festività. Davvero notevole
Ammazza che figa Faiah!!! Grazie per avermela fatta scoprire? articolo super! Ottimo modo per stimolare a pensare “positivo”, magari la si potrebbe anche invitare in uno dei prossimi eventi ?