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Coloro

Coloro
Ecco, forse oggi dovrei cominciare la giornata cosi. Come sarebbe se… nella mia vita potessi dare un colore ad ogni cosa importante.

“Pago un caffè e un cornetto. Grazie”

Non mi piace il turno di mattina, 6-12, troppo sonno e traffico, troppo freddo.

Sto ancora dormendo ma una cosa attira la mia attenzione, qualcosa che stona con questa mattina ancora senza luce. Mi colpisce il colore dell’ombrello di questa signora, tutto arancione. Di quelli piccoli, da mettere nella borsa, arancione anche il manico e il laccetto.

Ecco, forse oggi dovrei cominciare la giornata cosi. Come sarebbe se… nella mia vita potessi dare un colore ad ogni cosa importante.

Quindi di che colore sarebbe il mio lavoro, che colore potrebbe avere la mia laurea, il colore di quando ero bambino e il colore delle bambine o ragazze della mia vita. Poi forse potrei arrivare al capolinea pensando al colore di lei.

Mi avvio intanto verso il 105, l’autobus che guido oggi.

Se penso al lavoro allora ci metterei proprio una bella striscia di arancione, come l’ombrello di questa signora.

Arancione autobus, una volta erano tutti arancioni, molto meglio del grigio/rosso di adesso.

Come anche arancione semaforo, passo o non passo, io non passo, sono troppo ingombrante.

Ma si suonatemi pure, che mi importa, anche il suono dei clacson è arancione!

Oppure arancione della luce “fermata prenotata” che compare sulla console mentre guido.

Scusi quando parte?

Tra 5 minuti.

Grazie.

Il 105 fa Capolinea al Parco di Centocelle e arriva fino a Termini, per poi tornare indietro per lo stesso tragitto.

E ci sta bene una pennellata di arancione, anche per ricordarmi il primo giorno di lavoro, guidavo il 63 da Via Rossellini (Parco Talenti) fino a Piazza di Monte Savello davanti all’Isola Tiberina, era ovviamente tutto arancione!

Si parte, le 6 in punto.

“Mi scusi dovrei andare al Gemelli, dove mi conviene scendere?”

È la signora dall’ombrello arancione. Chissà perché va al Gemelli. Ma non sembra preoccupata, magari è solo per un controllo di routine.

“Guardi signora deve scendere a Porta Maggiore e andare a piedi alla metro Manzoni, scendere poi a Battistini e prendere il 146 che la porta davanti al Gemelli.”

“Grazie mille”

“E di che signora, ci mancherebbe.”

Arancione è anche il mio porta pranzo, lo zaino di quel signore che attraversa fuori le strisce, le scarpe del ragazzo tutto infreddolito alla fermata.

Oggi il meteo da brutto tempo, allerta arancione a Roma.

Fermata prenotata. Casilina/Tor de’ Schiavi

“Mi scusi ma questo va bene per Piazzale Clodio?”

“No deve prendere il 545 che la porta a Stazione tiburtina, li prendere il 495 per Valle Aurelia!”

“Grazie!”

Fermata prenotata. Casilina/Tor Pignattara

E invece la laurea di che colore potrebbe essere?

Che ne so… porpora, come la copertina della mia tesi, verde chiaro delle scrivanie della biblioteca, camicia bianca e completo nero per il giorno della laurea magistrale, come Le Iene di Tarantino.

Dico due colori, proprio bianco e nero.

Perché poi c’è il bianco e nero delle pagine dei libri che ho studiato, le foto in bianco e nero appese nel corridoio che porta alla sala professori, il bianco e nero della lavagna dell’aula magna, di quelle che scorrono verso l’alto. 

Fermata prenotata. Pigneto.

“Mi scusi mi apre cosi scendo dalla porta davanti?”

“Si certo signora con borsa e cappotto nero, sciarpa bianca.”

“No mamma aspetta, non voglio la moto grigia, voglio la macchina gialla, quella del bambino.”

Qui vicino c’è Piazza dei Condottieri, dove da bambino i miei la domenica pomeriggio mi portavano alle giostre. 

Sicuramente i colori di quando ero bambino sono il giallo e il bianco!

Giallo macchina delle giostre.

Il pallone di cuoio con cui giocavo al campetto sotto casa di mia nonna era bianco con le strisce gialle. La mia BMX era tutta bianca anche lei, con i manubri gialli.

Mia zia mi aveva regalato la maglia della Roma da trasferta, era bianca, gialla e rossa!

Fermata prenotata. Casilina/P.le Labicano

È orario di studenti. Capelli arancioni e gialli. Scarpe nere o di colori improbabili.

Mi viene da pensare a Bianca e Gemma, le ragazze della mia vita.

Bianca è più piccola, fa le elementari, mentre Gemma adesso è grande e va al liceo.

Bianca è il viola, mentre Gemma è il verde!

Bianca ama le principesse e li c’è sempre un po di viola, negli strass, nei vestiti lunghi, nel trucco. Ha anche un diario viola e le scarpe viola che si illuminano quando cammina.

Ogni tanto dice: “Zio andiamo al parco con la bici?” Ovviamente viola.

Fermata prenotata. Principe Eugenio/Manzoni

Dopo Termini l’autobus si è svuotato. L’ultimo a scendere è il solito signore col bastone che mi ringrazia per aver atteso con pazienza.

“Hai gli occhi verdi come due laghetti di montagna.”

Quando era più piccola, la madre di Gemma le diceva sempre cosi.

Gemma rideva a questa frase, poi crescendo si lamentava perché era una frase da bambini.

Ma lei è rimasta verde per me, come il suo costume al mare, come le passeggiate in pineta dove il cielo è verde.

L’insegna di quell’orefice è verde, come pure il negozio della Benetton.

Fermata prenotata. Ponte Casilino

“Se prendi dal Raccordo la Nomentana, arriva a Piazza Sempione, poi prosegui ancora dritto e all’altezza della guardia di finanza c’è un giornalaio. Ci vediamo li, alle 20.30.”

Era il primo appuntamento. Vorrei dire sembra ieri ma non è cosi.

Neanche il giornalaio esiste più.

Fermata prenotata. Casilina/Tor de’ Schiavi

“Mi scusi ma domani c’è sciopero?”

“Si signora dovrebbe essere confermato, dalle 9 alle 13.”

Tutto era un abbinamento con il colore dei suoi occhi, stavano bene con tutto.

Celeste con cappotto marrone, stivali neri e maglia Grigio perla.

Ragazza che attraversa con trolley celeste, ovviamente la lascio passare.

Parco di centocelle. Capolinea.

Non c’è più nessuno.

Scendo dall’autobus per andare a prendere una laurea… un caffè nero nella tazzina bianca.

Cammino su asfalto grigio e mi accendo la maglietta della Roma… una sigaretta bianca con il filtro giallo, uso accendino rosso.

Passo accanto ad un albero verde laghetto di montagna, esce dalla macchina gialla, cioè dal portone giallo, una signora dai capelli bianchi pallone di cuoio con cappotto beige e scarpe marroni.

Alzo gli occhi, poche nuvole bianche BMX su sfondo celeste lei, che pace oggi.

Di che colore è la pace?

Walter Di Mauro

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